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Separazione delle carriere in magistratura, il Senato approva l’articolo 2 della riforma

Via libera al provvedimento che modifica l’articolo 102 della Costituzione precisando che le norme riguardanti la magistratura "disciplinano altresì le distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti"
Separazione delle carriere in magistratura, il Senato approva l’articolo 2 della riforma
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Procede a tappe forzate l’approvazione della riforma sulla separazione delle carriere in magistratura. L’Aula del Senato ha dato il via libera all’articolo 2 del ddl che divide i magistrati requirenti da quelli giudicanti. Si tratta di un provvedimento che è il cuore della riforma: il testo, infatti, modifica l’articolo 102 della Costituzione precisando che le norme riguardanti la magistratura “disciplinano altresì le distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti”. E quindi separa i pm dai giudici.

Tutte respinte, in precedenza, le proposte di modifica delle opposizioni. Dopo l’approvazione dell’articolo 2, si è passati all’illustrazione degli emendamenti all’articolo 3, che prevede una modifica all’articolo 104 della Costituzione e quindi la creazione di due distinti Consigli superiori della magistratura, uno per la magistratura giudicante, l’altro per quella requirente. I membri di questi nuovi organi saranno eletti a sorte per un terzo. I tempi per la ripresa della discussione verranno poi decisi nella capigruppo di martedì 8 luglio, convocata per le 13.

L’approvazione dell’articolo 2 fa esultare Forza Italia, principale forza della maggioranza che sostiene da sempre la separazione delle carriere. “È una priorità politica per Forza Italia da sempre e oggi abbiamo ottenuto un risultato straordinario, speriamo sia approvata presto in via definitiva perché garantisce il cittadino e rappresenta un segnale forte di cambiamento. Non è un segnale contro i magistrati ma che esalta il ruolo del giudice: vogliamo che i magistrati non siano divisi per categorie politiche”, sostiene Antonio Tajani. Secondo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, la riforma “restituirà all’intera categoria dei magistrati credibilità agli occhi dell’opinione pubblica”.

Attacca il provvedimento, invece, l’Alleanza Verdi e Sinistra. “Il sorteggio dei membri del Csm è il grimaldello della destra contro i magistrati. Il sorteggio previsto nella legge di riforma costituzionale compromette l’indipendenza e l’imparzialità dei membri del Consiglio Superiore della magistratura. Un sorteggio senza regole chiare e definitive che la destra usa per trasformare il Csm solo in un organo di pura amministrazione e gestione”, dice il senatore Tino Magni. “Un modo – aggiunge -per indebolirne la capacità di tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. Inoltre, il sorteggio solleva molti dubbi sulla rappresentatività della magistratura e sull’equilibrio tra componenti togati e laici. Avremmo voluto discutere di come il nostro sistema giudiziario garantisce il diritto alla difesa, o della lunghezza dei processi. Ma niente, alla destra non interessa dei processi giusti, vuole solo colpire l’autonomia della magistratura e creare una casta di pubblici ministeri, con un proprio Csm. Il nostro Paese ha bisogno di giustizia, non del pubblico ministero poliziotto sottomesso alla politica”. ll Pd si scaglia direttamente contro il ministro della giustizia. “Dov’è il ministro Nordio? Perché non è in Aula? Certo, c’è il viceministro Sisto e siamo quindi formalmente” nel rispetto delle regole ma “stiamo discutendo una riforma di rango costituzionale: dal punto di vista della correttezza tra Parlamento ed esecutivo questa assenza è una ferita e noi chiediamo di avere rispetto”, ha detto il senatore Francesco Verducci intervenendo in Aula.

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