World News

Insalata e batteri, “bisogna indagare la produzione per ridurre al minimo il rischio di infezioni negli esseri umani”: il ruolo del lavaggio e della conservazione

Diversi studi condotti in Inghilterra fanno chiarezza sui batteri che vengono trasmessi all'organismo umano dall'insalata

di F. Q.
Insalata e batteri, “bisogna indagare la produzione per ridurre al minimo il rischio di infezioni negli esseri umani”: il ruolo del lavaggio e della conservazione

L’insalata può essere dannosa. È quanto è stato affermato un gruppo di esperti inglesi dopo aver condotto alcuni studi su uno degli ortaggi più comuni e maggiormente sul mercato al mondo. Il prodotto, consumato crudo, può essere la causa dell’immissione di batteri – potenzialmente letali – nell’essere umano. Nel corso degli ultimi anni, infatti, in Inghilterra sono stati condotti vari studi sull’insalata con risultati interessanti e al tempo stesso preoccupanti per l’uomo. Analizzando un campione di oltre 3300 piantine di insalata tra ottobre 2021 e settembre 2022, gli studiosi hanno affermato che oltre il 4% delle foglie conterebbe Toxoplasma gondii, un batterio, che può essere contratto tramite cibo e acqua entrati a contatto con feci animali, che può causare sintomi simil-influenzali e dolori muscolari. Nei soggetti col sistema immunitario debole, però, potrebbe anche essere letale, causando complicazioni neurologiche e respiratorie, infezioni o danni irreparabili a organi vitali. Batterio preoccupante, inoltre, anche per le donne in gravidanza.

I numeri – “Le insalate pronte al consumo sono destinate ad essere mangiare crude senza ulteriori trattamenti da parte del consumatore. Studi futuri dovrebbero indagare la presenza del parassita in diverse fasi della produzione di insalate per ridurre al minimo il rischio di infezione per gli esseri umani”, afferma il Dipartimento britannico della salute e dell’assistenza sociale (UKHSA). Sempre da un studi su campioni di insalata (non solo in Inghilterra ma anche su prodotti racconti in ogni parte d’Europa), nell’aprile di quest’anno sarebbero state riscontrate tracce di un raro ceppo di Escherichia coli chiamato STEC. Questo parassita sarebbe la causa un’infezione batterica collegata al cancro al colon. Anche in questo caso i sintomi possono variare: si passa da crampi intestinali o diarrea a patologie più gravi, fino ad arrivare, in pazienti con problemi immunitari, anche alla morte. Stando ai dati forniti dal’UKHSA e riportati dal Daily Mail, 288 pazienti sono stati colpiti dal ceppo nocivo. Si sono registrati nove casi di sindrome uremica emolitica e tre decessi. Gli studiosi hanno riferito che la causa dell’infezione fosse un tipo di lattuga cappuccio, chiamata Apollo.

Il parere dell’esperto – Il numero dei casi è in aumento. Secondo gli studi, i tassi di diffusione di questo batterio sono aumentati di dieci volte negli ultimi sette anni. “L‘irrigazione durante la crescita consente all’acqua potenzialmente contaminata di depositarsi sulla foglia di lattuga. La superficie ruvida e cerosa della foglia rende inoltre difficile il lavaggio del batterio“, afferma il professor Paul Hunter, esperto di malattie infettive dell’Università dell’East Anglia, al DailyMail. I sacchetti pronti al consumo, il mancato lavaggio del prodotto prima di essere mangiato e anche la conservazione in frigo possono svolgere un ruolo determinante.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Precedente
Precedente
Playlist

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.

OSZAR »