È corso a Firenze perfino il Ministro della cultura Giuli per presenziare alla fase finale dello smontaggio della gru del piazzale degli Uffizi, dopo 19 anni di onorato servizio e di invasiva permanenza nello skyline fiorentino. Alla fine il costo per il montacarichi (pressoché invisibile rispetto alla precedente gru) che sostituirà la “giraffa” di metallo e servirà a proseguire il lavoro nel cantiere dei Nuovi Uffizi è sceso da 400mila a 180mila euro, pagati anche da aziende private fiorentine che hanno risposto all’appello della Direzione degli Uffizi, forse sperando di passare alla storia per un momento epocale.
In realtà serviva dare un impulso di cambiamento, un’idea che quel cantiere apertosi nel 2006 non è eterno e prima o poi il piazzale degli Uffizi tornerà completamente fruibile dagli eserciti di visitatori e dai (sempre più rari) fiorentini che vi transitano. La realtà è che quella gru, per poche ore, si è rivelata un’arma di distrazione di massa, perché i problemi sono altri..sempre i soliti, ma altri. Il momento dello smontaggio della gru l’avevamo preannunciato lo scorso 20 aprile sulle pagine di questo giornale, in un articolo in cui avevamo sottolineato soprattutto “la lentezza di un cantiere che ha attraversato cinque legislature, nove governi con due Presidenti della Repubblica (ma in effetti sarebbero quattro), dieci ministri della cultura di diversi partiti, quattro soprintendenti e due direttori manager, un numero imprecisato di direttori dei lavori”.
Purtroppo l’effetto lumaca prosegue e, anzi, si acuisce. Infatti nel settembre del 2021 è stato messo a punto un appalto integrato con consegna parziale dei lavori nel periodo ottobre-novembre dello stesso anno. L’acquisizione del progetto esecutivo è però di tre anni dopo – novembre 2024 – con consegna definitiva dei lavori nel dicembre 2024. Di certo vi è che dal 2021 è partito il count-down per la fine dei lavori, che avrà una durata di circa 1550 giorni lavorativi, ovvero quattro anni e tre mesi. Tra il novembre 2021 e il novembre 2024 si è lavorato per un totale di circa 300 giorni, cioè poco meno di un anno. Ciò significa che a novembre dello scorso anno rimanevano ancora 1250 giorni lavorativi da compiere, ovvero, tre anni e cinque mesi.
Insomma dopo 19 anni di cantiere, adesso scopriamo che per finire i lavori di ampliamento e modernizzazione del primo museo d’Italia adesso occorrono ancora 33 mesi. In pratica, se tutto andrà liscio, il cantiere dovrebbe chiudere nel marzo del 2028, ovvero 22 anni dopo la sua apertura. Come si capisce, lo smontaggio della gru rappresentava solo un passaggio marginale e distrattivo nella storia del cantiere infinito dei Nuovi Uffizi, dimostrazione vivente di quanto la politica debba ancora apprendere per essere davvero uno strumento efficiente al servizio della cultura.