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L’ad di Unicredit e il responsabile affari legali di Mediobanca sentiti come testimoni nell’indagine sulla vendita di azioni Mps

Orcel è stato convocato dopo l’intervista rilasciata al Financial Times in cui ha parlato anche della procedura accelerata di collocamento sul mercato del 15% del pacchetto di Mps da parte del Tesoro
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L’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel è stato sentito come testimone dai pubblici ministeri di Milano che indagano sulla vendita di azioni Mps da parte del Ministero dell’Economia attraverso Banca Akros a Banco Bpm, Anima, Delfin e Caltagirone nel novembre 2024. Nell’inchiesta dei pm Giovanni Polizzi, Luca Gaglio con l’aggiunto Roberto Pellicano sul risiko bancario aperta dopo una querela per diffamazione di gennaio 2025 sporta da Piazzetta Cuccia è stato poi sentito anche Stefano Vincenzi, responsabile degli affari legali di Mediobanca.

Orcel è stato sentito dopo l’intervista rilasciata al Financial Times in cui ha parlato anche della procedura accelerata di collocamento sul mercato del 15% del pacchetto di azioni di Mps da parte del Tesoro. Prima che a inizio maggio 2025 il Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza presentasse un ordine di esibizione in Banca Akros per acquisire documenti sulla procedura. Tra i temi affrontati dagli inquirenti – da quanto si apprende – il collocamento che passa dal 7% al 15% del capitale del Monte dei Paschi e il presunto tentativo di Unicredit di acquistare una partecipazione nella banca senese. L’ipotesi di un presunto accordo per escludere altri soggetti rispetto agli effettivi compratori della quota è sotto la lente dei magistrati.

A Vincenzi, in Mediobanca dal 1983, non sarebbero state poste domande sulla cessione di quote di Mps da parte del Mef ma su aspetti più generali del risiko bancario. Secondo quanto si apprende, nella querela sporta a gennaio contro un giornalista de Il Giornale, che è diventato il fascicolo ‘contenitore’ dell’inchiesta, Mediobanca avrebbe ricostruito almeno due operazioni che avrebbero messo in atto Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, e il gruppo che fa capo al costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone.

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