Los Angeles, mobilitati i marines per le proteste anti-raid sui migranti: in arrivo un battaglione da 500 militari

Un battaglione di cinquecento marines è stato mobilitato per rispondere alle proteste in corso a Los Angeles contro le deportazioni dei migranti. I marines si uniranno alle truppe da combattimento della Guardia nazionale della California già attivate dal presidente Usa nel fine settimana senza il consenso del governatore né del sindaco della città. Il dispiegamento dei marines, scrive la Cnn sul proprio sito, segna una significativa escalation nell’uso dell’esercito da parte di Trump come dimostrazione di forza contro i manifestanti: non è ancora chiaro, però, quale sarà il loro compito una volta a Los Angeles. Come le truppe della Guardia nazionale, infatti, i fanti di marina non possono svolgere attività di polizia come gli arresti, a meno che Trump non invochi l’Insurrection Act, una legge del 1807 che gli attribusce poteri speciali in caso di insurrezioni contro il governo. I membri della Guardia nazionale mobilitati dal presidente sono circa duemila, ma finora solo trecento sono stati schierati in strada. Si prevede che i marines sostituiranno alcuni di loro.
Gli scontri a Los Angeles si sono intensificati domenica sera, con alcuni episodi di vandalismo e violenza, tra cui l’incendio di auto: la Guardia nazionale ha sparato proiettili di gomma all’altezza degli occhi e delle gambe e ha fatto uso di lacrimogeni e manganelli (video). Scontri si sono verificati anche a San Francisco, dove la polizia ha annunciato che sessanta persone sono state arrestate. E ora la sollevazione rischia di dilagare: sono attese nuove proteste in oltre una dozzina di città in tutto il Paese, tra cui Sacramento, dove il Service Employees International Union of California ha annunciato manifesterà davanti al Campidoglio dello Stato dopo l’arresto di un importante leader sindacale venerdì a Los Angeles.
La polizia locale ha dichiarato il centro di Los Angeles zona di “assembramento illegale“. Diversi commercianti hanno segnalato saccheggi nei loro negozi nel quartiere finanziario della metropoli californiana. Gli arresti, finora, sono stati circa 150. Gli agenti della polizia di Los Angeles sono “sotto attacco“ da parte dei manifestanti, ha detto il capitano della polizia della città, Raul Jovel, come riporta la Cnn. Tre agenti sono rimasti lievemente feriti negli scontri con i manifestanti, ha aggiunto. Tra i feriti anche un fotoreporter britannico, Nick Stern, colpitoda un proiettile di gomma mentre stava documentando le proteste. Stern è stato sottoposto a un’operazione d’urgenza per estrarre il proiettile e ha raccontato quanto accaduto a Bbc News.
“Il nostro compito non è dividere le comunità o politicizzare le forze dell’ordine. Il nostro compito è semplicemente garantire la sicurezza di tutti”, ha affermato il capo della polizia della città, Jim McDonnell che segnala come la protesta stia diventando sempre più violenta. La Casa Bianca sembra voler insistere sulla linea dura. Dopo l’intervento della Guardia nazionale, sono pronti anche 500 marines.
Il governatore della California Gavin Newsom parla di azioni da “dittatore” da parte di Trump e chiede il ritiro delle truppe: “Non avevamo problemi finché Trump non è intervenuto. Questa è una grave violazione della sovranità statale: alimenta le tensioni e sottrae risorse da dove sono effettivamente necessarie”, ha aggiunto il democratico. La California presenterà oggi una causa contro l’ordine di Trump di usare in chiave federale la Guardia Nazionale.
Per la Casa Bianca, invece, Newsom “non ha fatto nulla mentre violente rivolte scoppiavano a Los Angeles per giorni”, ha detto la portavoce Karoline Leavitt. “Gli agenti federali – accusa – sono stati attaccati da estremisti violenti e criminali illegali che sventolavano bandiere straniere perché il governatore Newsom era troppo debole per proteggere la città. Il capo della polizia di Los Angeles ha persino affermato che le rivolte stavano sfuggendo di mano. Il presidente Trump è intervenuto per mantenere la legge e l’ordine e proteggere gli edifici federali”.
In una serie di post sul suo social Truth, il presidente degli Stati Uniti ha descritto i disordini come un attacco contro gli sforzi di controllo sull’immigrazione: “Una grande città americana, Los Angeles, è stata invasa e occupata da immigrati clandestini e criminali”, ha scritto. Quindi ha definito le manifestazioni “rivolte dei migranti” e ha affermato che le agenzie federali sono state incaricate di adottare “tutte le misure necessarie” per ristabilire l’ordine e continuare le operazioni di deportazione. Trump ha osservato che la situazione a Los Angeles è “davvero brutta” chiedendo di “fare arrivare le truppe”. Quindi ha ordinato “l’arresto di chiunque indossi una mascherina”.
In serata Trump è arrivato a evocare l’arresto di Newsom per la sua opposizione all’uso della guardia nazionale contro le proteste per i raid anti immigrati: “Io lo farei”, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se lo “zar” del confine Tom Homan dovrebbe arrestare il governatore della California. “È un giorno che speravo di non vedere mai in America. Non importa se sei democratico o repubblicano: questa è una linea che non possiamo oltrepassare come nazione: è un passo inequivocabile verso l’autoritarismo”, ha risposto Newsom con il quale si è schierato anche il procuratore generale della California definendo “illegale” la scelta di Trump sull’uso della Guardia Nazionale.
Trump ha ripetutamente minacciato di tagliare i finanziamenti federali alle città e agli stati che limitano la cooperazione con le autorità federali per l’immigrazione, le cosiddette giurisdizioni “santuario”, tra cui Los Angeles. Intanto le truppe Usa hanno effettuato i primi fermi all’interno delle aree militari istituite al confine col Messico. Le inedite aree militari lungo 418 chilometri di confine tra New Mexico e Texas sono state dichiarate estensioni delle basi militari Usa dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, consentendo alle truppe di detenere temporaneamente migranti e altri intrusi civili. Intanto il consolato generale cinese a Los Angeles ricorda ai propri concittadini presenti nelle diverse aree della regione di Los Angeles “interessate dalle operazioni di polizia” in corso “di monitorare attentamente gli annunci ufficiali e le notizie dei media, di aumentare la consapevolezza in materia di sicurezza e di rafforzare le relative precauzioni”.