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Stellantis, lo stipendio del nuovo ad Filosa con i bonus può arrivare a 24 milioni. Per gli operai aumenti di 140 euro

Lo stipendio base del manager sarà di 1,8 milioni di dollari, ma tra bonus in contanti e incentivi in azioni la cifra può lievitare di 13,5 volte. Tra i benefit accessori aereo aziendale e servizio di sicurezza. Per gli operai paga base viene incrementata del 6,6%
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Il 10% in meno del suo predecessore Carlos Tavares, ma comunque una cifra che tra bonus in contanti e incentivi in azioni può diventare ugualmente monstre. La crisi di Stellantis si riflette su tutto il gruppo ma non sui suoi manager. Il nuovo amministratore delegato Antonio Filosa guadagnerà infatti 1,8 milioni di dollari all’anno. Questo sarà il suo stipendio base, ma poi il contratto di cinque anni – verrà rivalutato tra due – prevede moltiplicatori legati all’andamento finanziario che posso portare quella cifra a lievitare fino a 13,5 volte raggiungendo i 24 milioni. Intanto i circa 60mila dipendenti delle aziende del gruppo italo-francese dovranno accontentarsi di un aumento medio di circa 140 euro al mese da qui al 2026 più due bonus una tantum.

Quanto guadagnerà l’ad… – Le cifre sono contenute nei documenti allegati alla convocazione dell’assemblea straordinaria dei soci in programma il 18 luglio che nominerà Filosa e approverà quindi anche il suo contratto. L’accordo è stato così strutturato: 1,8 milioni di dollari come stipendio base – circa 200mila euro in meno di Tavares – per un quinquennio con rinnovi biennali previsti dallo statuto. Poi ci sarà tutta una serie di voci di salario accessorio collegati agli obiettivi operativi e finanziari del gruppo. L’obiettivo target è al 200% dello stipendio base (3,6 milioni) ma potrà crescere fino al 400 per cento, superando quindi i 7 milioni.

C’è poi un incentivo a lungo termine che verrà pagato in azioni vincolate e legato alle performance di Stellantis: sarà del 500% per il 2025-26, cioè 9 milioni di dollari, mentre salirà al 600% – quindi 10,8 milioni – dal 2027. È stato fissato un tetto a 14 milioni, cioè il 780%. All’assemblea è stato anche proposto il riconoscimento al nuovo Ceo di un bonus in contanti da 1,2 milioni di dollari annui per il primo triennio che potrà essere accordato solo se sarà in sella al momento previsto per l’erogazione.

I conti sono presto fatti: Filosa incasserà 6,6 milioni di dollari all’anno che potranno raggiungere una cifra compresa tra i 15,6 e i 24 milioni con l’incentivo a lungo termine. Al capitolo della remunerazione si aggiungono poi i benefit che comprendono l’uso dell’aereo aziendale a titolo personale, un servizio di sicurezza, esami medici, veicoli aziendali, piani sanitari e pensionistici basati negli Stati Uniti.

…e quali aumenti avranno i lavoratori – Intanto il gruppo e i sindacati Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcf – non la Fiom – hanno firmato il rinnovo del contratto integrativo per il biennio 2025-26 di tutti i dipendenti CNH Industrial, Ferrari, Iveco e Stellantis. La paga base viene incrementata a regime del 6,6%, con un aumento del 3,7% a partire da giugno 2025, del 2% a partire da gennaio 2026 e dello 0,8% a partire da novembre 2026, con un aumento medio a regime di quasi 140 euro con riflessi su maggiorazioni e Tfr. Inoltre è pattuito che vengano corrisposti una tantum 240 euro a giugno 2025 e 240 euro ad aprile 2026. In questo modo per l’intero quadriennio 2023-2026 l’aumento complessivo della paga base raggiungerà il 18,66%. I premi di risultato sia in CNHI, sia in Iveco, sia in Stellantis vengono incrementati di pari passo con la paga base mentre per Ferrari continua a vigere il premio specifico aziendale. La Fiom, che non riconosce il contratto specifico di primo livello (ccsl), avrebbe voluto firmare un verbale d’intesa, ma le aziende hanno respinto la proposta: “C’è un pregiudizio, non hanno voluto fare un accordo con noi”, spiega Samuele Lodi, responsabile automotive.

In totale, al netto di maggiorazioni e Tfr, nonché degli eventuali bonus, Stellantis ha aumentato l’impegno di spesa per 8,4 milioni di euro all’anno contando i circa 60mila lavoratori coinvolti. Il responsabile risorse umane per l’Italia, Giuseppe Manca, esulta perché “con il contesto nazionale e internazionale che stiamo vivendo, in cui permangono perplessità da parte dei consumatori sui tempi della transizione energetica e incertezze sui passi da compiere a livello europeo per il rilancio del settore automotive, abbiamo trovato insieme le soluzioni per proteggere in modo adeguato gli interessi dei lavoratori garantendo al contempo la competitività dell’azienda nel Paese”.

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