Pride Month 2025, in piazza per celebrare i diritti Lgbt: la storia dei cortei e il programma delle marce in Italia

I colori dell’arcobaleno sono pronti a invadere le strade delle metropoli come quelle delle piccole città di provincia. Bandierine rainbow si fanno agitare volentieri dal vento d’estate, che siano nel bel mezzo di un corteo o sulle insegne dei negozi. È il “Pride month”, il mese dell’orgoglio che celebra la comunità LGBTQIA+ e riporta l’attenzione su quanto sia ancora necessaria la lotta per i diritti civili. Ma perché si celebra proprio a giugno?
Quando nasce il Pride month – È Bill Clinton, nel giugno 1999, a riconoscere in maniera ufficiale l’esistenza di un intero mese dedicato all’orgoglio queer. L’allora Presidente degli Stati Uniti d’America gli dà un nome un po’ diverso da quello attuale: “Gay and Lesbian Pride Month”. Bisogna aspettare il 2011 perché Barack Obama lo ribattezzi in “LGBT Pride Month”, rendendolo così più inclusivo per la comunità. La sostanza, comunque, non cambia: si tratta di 30 giorni durante i quali, attraverso eventi di varia natura e una parata finale per le vie delle città, si invita alla riflessione sui diritti civili e su tutte quelle tematiche che hanno a che fare con l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Non solo: è anche un modo per ricordare coloro che prima di noi hanno lottato per vedersi riconosciuti i diritti fondamentali.
I moti di Stonewall – Non si può parlare di Pride Month, infatti, senza tenere conto di quanto avvenuto diversi decenni fa. Il nastro va riavvolto fino al 28 giugno 1969. Siamo nel bar gay Stonewall Inn, in Christopher Street, a New York. È da poco passata l’una di notte e la polizia fa una delle sue consuete retate per vessare la comunità omosessuale. Questa volta, però, accade qualcosa di nuovo e inaspettato. I presenti reagiscono e gli scontri si spostano in strada. Le tensioni si protraggono anche nei giorni successivi, e di fatto sanciscono la nascita del movimento omosessuale contemporaneo. I “ribelli” non vogliono più solamente essere lasciati in pace, ma chiedono parità di diritti. Esattamente un anno dopo, alcune città americane commemorano l’anniversario dei “moti di Stonewall” con una parata, e da allora soprattutto l’ultimo weekend di giugno diventa a livello internazionale l’occasione per ricordare quanto avvenuto davanti a Stonewall Inn.
La storia del Pride in Italia – E in casa nostra? Tutto ha inizio il 5 aprile 1972 nella città dei fiori, Sanremo, con la prima manifestazione pubblica da parte della comunità LGBT per protestare contro il “Congresso internazionale sulle devianze sessuali” organizzato dal Centro italiano di sessuologia, di ispirazione cattolica. Occorre però arrivare al novembre del 1979 per assistere a Pisa alla prima marcia contro la violenza omofoba che si tiene pochi mesi dopo l’omicidio, a Livorno, di Dario Taddei, ucciso da un gruppo di ragazzi proprio per il suo orientamento sessuale. Sono invece gli anni ’90 a tenere a battesimo il primo Pride nazionale ufficiale svoltosi a Roma il 2 luglio 1994 con il nome di Gay Pride. Con 10mila presenze, l’evento segna l’inizio di una nuova era di visibilità e rivendicazione dei diritti. Il 2013 vede la fine dei Pride nazionali che lasciano il posto, dal 2014, all’“Onda Pride”, una serie di Pride cittadini e regionali maggio e settembre a copertura dell’intero territorio nazionale.
L’edizione 2025 – Quelli del 2025 saranno i primi Pride dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Un dettaglio non da poco, la cui influenza si starebbe facendo sentire sulle manifestazioni di mezzo mondo, se è vero che si registra un raffreddamento nelle adesioni da parte delle aziende dopo che l’amministrazione del tycoon ha chiesto ufficialmente alle imprese che intendono collaborare con il governo federale di abbandonare o ridimensionare le politiche DEI (Diversity, Equity & Inclusion). Anche in Italia ci sarebbe maggior cautela da parte delle imprese nello sponsorizzare i diversi Pride in programma: “Pur notando un rallentamento, stiamo riuscendo a portare avanti la raccolta fondi che ci permette di sostenere il Pride e i progetti sociali connessi” fa sapere a Ilfattoquotidiano.it Alice Redaelli di Milano Pride.
La grande ondata d’orgoglio non si fermerà e, anzi, è già iniziata ed è pronta ad accogliere chiunque voglia mostrare sostegno alla causa, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Ad aprire le danze sono state Crema e Piacenza sabato 24 maggio, mentre tra le prime città a sfilare durante il Pride Month si segnalano Messina, Taranto e Torino il 7 giugno. Una settimana più tardi sarà invece la volta di Genova, Lecco e Roma, il cui slogan è “Fuorilegge”, proprio come il titolo del brano di Rose Villain, madrina della manifestazione nella Capitale.
Milano chiama Budapest – Milano, l’altra grande città e punto di riferimento nazionale per la scena arcobaleno, sfilerà il 28 giugno, così come Bologna e Sassari. “Vogliamo far emergere che in Italia, in Europa e nel mondo, i temi LGBTQIA+ vengono ormai spesso strumentalizzati da una certa classe politica per agitare vere e proprie cacce alle streghe, cancellare diritti e restringere libertà fondamentali con lo scopo di limitare il dissenso e mantenere il proprio potere” ci spiegano ancora gli organizzatori del Milano Pride, che annunciano una speciale “collaborazione” con l’Ungheria dopo che il governo Orban ha messo al bando gli eventi LGBT: “Stiamo lavorando in sinergia con il Budapest Pride, che si terrà lo stesso 28 giugno, per portare un loro contributo sul nostro palco al fine di amplificare queste lotte globali”.
Le prime volte – A luglio arriveranno, tra gli altri, i Pride di Catania e Napoli (5 luglio), Siracusa e Varese (19 luglio), e Rimini (26 luglio). A chiudere la stagione saranno Sondrio il 20 settembre e il Brianza Pride che quest’anno si terrà ad Arcore il 27 settembre. Si segnalano, infine, alcune “prime volte”: è il caso di Ostuni che ospiterà il suo primo Pride il 28 giugno, stesso giorno in cui Bolzano ospiterà il primo Alto Adige Pride Südtirol. E ancora Trapani (26 luglio) e Omegna per la prima edizione del VCO Pride, la provincia del Verbano-Cusio-Ossola, in programma il 6 settembre.