L’Unione europea è pronta a seguire gli Stati Uniti qualora decidessero di imporre, come nuove misure contro la Russia, dazi al 500% ai paesi che acquistano petrolio e gas russo e altri prodotti. Lo scrive Politico.eu riportando le parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, rilasciare alla testata tedesca del sito.
Se in vigore, la misura significherebbe sottoporre a dazi del 500% tutto ciò che importiamo da paesi come Cina, India, Turchia, Brasile, etc. di fatto azzerando il commercio con questi paesi. Né gli Stati Uniti né l’Unione europea sono in grado di andare incontro a questo scenario senza gravi contraccolpi economici. Non va inoltre dimenticato che molti paesi europei continuano a comprare gas dalla Russia, meno via gasdotti ma molto di più via nave, in forma di gas liquefatto. Del resto il gas, a differenza del petrolio, non è mai stato oggetto di sanzioni europee dirette anche perché le ricadute economiche sarebbero state eccessive.
A differenza degli Stati Uniti, che dal punto di vista del petrolio e del gas sono quasi autosufficienti, l’Europa rimane infatti dipendente dalle forniture estere.
Quello dei dazi al 500% sembra insomma più che altro uno spauracchio da agitare a fini propagandistici, rischiando però di risultare controproducete per la credibilità dell’Europa.
A stretto giro è infatti arrivata la “correzione” di Bruxelles. Un funzionario della Commissione europea ha specificato che von der Leyen non si riferiva all‘inclusione dei dazi del 500 percento nel 18° pacchetto di sanzioni dell’UE, ma ha sottolineato che l’UE ha altri strumenti a sua disposizione. “L’idea è di coordinare il più possibile”, ha affermato la portavoce di von der Leyen, Paula Pinho. “Ma i provvedimenti non possono essere identici”.
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