Sospeso il prof che ha augurato la morte alla figlia della premier, in attesa del procedimento disciplinare

Il professore Stefano Addeo, docente di tedesco presso il Liceo ‘Medi’ di Cicciano, a Napoli, è stato sospeso, a seguito del post pubblicato sui social nel quale augurava la sorte di Martina Carbonaro (la 14enne uccisa a colpi di pietra) alla figlia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “In data odierna, nel rispetto della procedura prevista dalla vigente normativa, l’Ufficio scolastico regionale per la Campania – si legge in una nota dell’Usr Campania – ha avviato il procedimento disciplinare a carico del docente del Liceo ‘Medì di Cicciano (Na), a seguito di quanto da lui pubblicato sul suo profilo Facebook. “Al fine di garantire e tutelare la serenità della comunità scolastica, il Direttore generale ha poi disposto la sospensione cautelare facoltativa, fino alla definizione del procedimento disciplinare”, conclude la nota. Ieri il docente era finito in ospedale dopo aver ingerito farmaci e alcol.
Il docente, 65 anni, ieri ha dichiarato: “Non ho retto tutto l’accanimento mediatico che c’è stato nei miei confronti. Un’ora fa ho provato il suicidio con un mix di psicofarmaci. Ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso in questo modo, mi hanno linciato. Ho chiesto scusa, non ce l’ho fatta”. Il professore aveva chiesto scusa: “È stato un gesto stupido” tirando in ballo l’uso dell’intelligenza artificiale. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara aveva criticato la pubblicazione del post.
“La figura del docente – aveva detto il ministro – è di straordinaria importanza nella formazione dei giovani, non solo nell’impartire saperi ma anche nell’educare al rispetto verso gli altri. È indispensabile che i docenti siano per primi sempre consapevoli della responsabilità e del valore sociale del loro ruolo. Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata. Sanzioneremo quanti non sono degni di far parte della nostra scuola”. E il professore rischia di dover rispondere dei suoi gesti in tribunale. La procura di Nola, competente per territorio, ha aperto un’inchiesta sul professore.