Polonia col fiato sospeso: testa a testa alle Presidenziali. Sia il liberale Trzaskowski che l’ultraconservatore Nawrocki rivendicano la vittoria

Solo la notte potrebbe sbloccare l’impasse di fronte alla quale si trova la Polonia dopo che sono chiusi i seggi per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. Gli exit poll non potrebbero dare raffigurazione migliore dell’espressione “testa a testa”. Un leggerissimo vantaggio – dello 0,3 per cento, che con i margini d’errore di un sondaggio come è l’exit poll è molto vicino a niente – premia il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski (a sinistra nella foto in alto), 53 anni, candidato di Piattaforma civica, liberale, centrista, europeista, sul quale ha puntato il capo del governo Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo, che in Ue è alto dirigente del Ppe. Contro il 50,3 che l’exit poll assegna a Trzaskowski c’è il 49,7 che viene attribuito all’avversario Karol Nawrocki, 42 anni, storico, sovranista e ultraconservatore che si è presentato con una lista indipendente e che viene appoggiato dal Pis, il partito di estrema destra nazionalista e clericale Diritto e Giustizia guidato da Jarosław Kaczyński che ha a lungo espresso i vertici dello Stato, compreso il presidente della Repubblica uscente Andrzej Duda.
Una situazione ad alta tensione – alla quale assiste col fiato sospeso anche il resto dell’Ue – che produce anche l’imbarazzante – e preoccupante – situazione in cui entrambi i candidati stanno rivendicando la vittoria. “Abbiamo vinto, anche se sul filo del rasoio”, ha affermato Trzaskowski, pur ammettendo che bisognerà aspettare la conferma nelle prossime ore. “Sarò il presidente che unirà tutti i polacchi”, ha aggiunto. Ma l’avversario della destra non si è dato affatto per vinto: “Vedrete che stanotte vinceremo e salveremo la Polonia”, ha replicato a stretto giro Nawrocki. “Non permetteremo il monopolio di Donald Tusk nelle istituzioni del Paese”.
Con il voto di oggi la Polonia decide non solo chi sarà il nuovo capo dello Stato per i prossimi 5 anni, bensì il futuro assetto di questo Paese e il suo ruolo in Europa e nel mondo, come hanno più volte dichiarato gli stessi protagonisti della campagna elettorale. E in effetti a scontrarsi sono due visioni opposte: il sindaco di Varsavia – sposato, due figli, e un passato da europarlamentare – negli ultimi anni ha condiviso con Tusk la guida di Piattaforma civica, vincitrice delle politiche nel 2023, e si dichiara aperto al dialogo e alla ricerca di un ampio consenso sociale, per far uscire la società polacca dalle drastiche divisioni dovute all’operato del governo populista di Diritto e giustizia (2015-2023). La elezione di Trzaskowski potrebbe aprire la strada all’attuazione di diverse leggi bloccate a partire dal 2023 dal veto presidenziale dell’uscente capo dello Stato, Duda.
Fra le questioni più urgenti, sollecitate dall’Ue, c’è sostanzialmente il ritorno della Polonia allo stato di diritto: Duda per anni ha infatti ignorato le critiche e le sentenze negative dei tribunali Ue nominando i giudici secondo procedure politiche, ritenute non conformi alle leggi europee. Nel campo internazionale, da presidente, il sindaco di Varsavia potrebbe sostenere una maggiore integrazione della Polonia nell’Ue anche nel campo della difesa e della collaborazione euro-atlantica.
Nawrocki, originario di Danzica – direttore del Istituto per la memoria nazionale, sposato due volte, tre figli piccoli – guarda invece in una direzione opposta: vede la Polonia “sicura, forte ed ambiziosa” e soprattutto “fiera” della propria storia e della tradizione cristiana. Sovranista, non nasconde le sue riserve verso Bruxelles, mentre guarda con molte speranze, anche per le sfide legate alla sicurezza, agli Stati Uniti di Donald Trump. Nel corso della campagna elettorale ha già affrontato un viaggio a Washington per farsi fotografare con il presidente degli Usa. In un incontro elettorale si era dichiarato poi contrario all’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Nawrocki avrebbe come scopo quello di continuare sulla scia di Duda, bloccando le riforme progressiste e cercando di minare il governo attuale. Dichiaratosi più volte contrario all’esecutivo di Tusk, da neopresidente potrebbe puntare sulle elezioni politiche anticipate con la speranza di favorire il ritorno al potere del partito di Kaczynski.
Articolo aggiornato alle 22,30