Roma, 5 giu. (Adnkronos Salute) - Per le donne con tumore del seno, in Italia più di 53mila ogni anno, i farmaci per la gestione degli effetti collaterali delle terapie o della patologia ricoprono quasi il 41% dei costi sostenuti privatamente. A questi spesso si aggiungono visite specialistiche, trattamenti ed esami diagnostici che vengono effettuati a proprio carico per ridurre i tempi di attesa del Ssn. La 'tossicità finanziaria' colpisce il 38% delle donne che si trovano ad affrontare le conseguenze economiche della malattia. E' uno dei temi al centro del 42esimo Congresso nazionale Andos (Associazione nazionale donne operate al seno), al via oggi a Gorizia e che proseguirà fino al 7 giugno. La tre giorni, che prende il nome di 'L'Andos e l'Europa', avrà come focus il ruolo cruciale delle associazioni pazienti europee e vedrà la presentazione dei risultati della survey dedicata al peso finanziario della patologia, ma anche l'illustrazione di due progetti internazionali dedicati alla formazione e al supporto dei caregiver e alla sensibilizzazione sulla prevenzione tra le donne culturalmente ed economicamente svantaggiate, oltre a un approfondimento sull'uso dell'intelligenza artificiale in radiologia.
"Oggi le opportunità diagnostico-terapeutiche per individuare e trattare il carcinoma mammario sono in continua evoluzione grazie alla ricerca scientifica, ma mentre curiamo la malattia non possiamo dimenticarci della qualità della vita - afferma Flori Degrassi, presidente nazionale Andos - Il tumore del seno non ha conseguenze solo sanitarie, ma anche psicologiche ed economiche. Le pazienti oggi devono farsi carico di alte spese per i medicinali che le aiutino nella gestione degli effetti collaterali della malattia o delle terapie. Le uscite private per questi farmaci equivalgono a circa 500 euro a paziente ogni anno. La tossicità finanziaria è un tema sempre più centrale: per questa ragione, come associazione, abbiamo realizzato una survey che presenta i dati relativi ai costi della malattia, ma anche ai bisogni psicologici e ai timori delle donne con carcinoma mammario".
Come Andos "abbiamo il compito di offrire alle donne uno sguardo comprensibile sul panorama sanitario - spiega Degrassi - perché la conoscenza permette loro di essere soggetti attivi sia nei processi terapeutici che nella fase che precede la malattia, quella della prevenzione. Siamo ben consapevoli che i migliori risultati si raggiungano attraverso il lavoro di squadra, ed è proprio nell'ottica della promozione del dialogo e dello scambio tra diversi Paesi che abbiamo dato vita a due progetti internazionali: Safe Together, ideato in collaborazione con associazioni polacche e croate, che punta alla realizzazione di linee guida dedicate alla formazione dei caregiver delle pazienti terminali, perché possano curarsi sia degli aspetti sanitari che psiconcologici, e S.h.i.e.l.d. che mira ad avvicinare le donne culturalmente ed economicamente svantaggiate agli screening offerti sul territorio. La scelta di svolgere questa 42esima edizione del nostro Congresso nazionale a Gorizia non è casuale: la città è stata infatti dichiarata Capitale europea della cultura 2025, insieme a Nova Gorica".
Saranno molti gli argomenti che verranno trattati durante la tre giorni, iniziando dalla prevenzione e da come dovrebbe essere modulata in base a un rischio clinico correttamente calcolato, tenendo presente alcune condizioni genetiche che richiedono approcci diagnostico-terapeutici particolari. Verrà sottolineata l'importanza dell'approccio multidisciplinare e della continuità del percorso di cura. Professionisti tra i più qualificati presenteranno aggiornamenti sulle innovazioni terapeutiche che permettono di ottenere risultati insperati fino a qualche anno fa, anche in condizioni di malattia avanzata. Si discuterà di intelligenza artificiale, delle sue applicazioni e dei relativi aspetti etici, ma anche dell'importanza della qualità di vita. Verranno presentati i dati della survey curata da Andos sulla tossicità finanziaria e si parlerà del reinserimento delle donne operate nel mondo del lavoro e dei loro diritti. Al punto di vista delle pazienti verrà concesso grande spazio di espressione.
"In Italia il carcinoma della mammella è la forma di tumore più frequente nelle donne, con circa 53mila nuove diagnosi ogni anno - ricorda Fabio Puglisi, professore ordinario di Oncologia medica dell'Università di Udine e direttore del Dipartimento di Oncologia medica presso l'Irccs Cro di Aviano - Grazie ai programmi di prevenzione, in primis lo screening mammografico, e ai progressi terapeutici, la grande maggioranza dei casi viene oggi curata con successo, ma una quota significativa presenta o sviluppa metastasi, cioè la diffusione della malattia ad altri organi. In questi casi, anche se l'ottenimento di una guarigione completa è ancora difficile, i progressi terapeutici hanno rivoluzionato la storia clinica della malattia".
"Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a un vero cambiamento di paradigma - evidenzia Puglisi - Oggi possiamo personalizzare il trattamento in base alle caratteristiche molecolari del tumore e al profilo clinico e genetico della paziente. Disponiamo di terapie endocrine più efficaci, farmaci biologici come gli inibitori di Cdk4/6, nuovi agenti orali contro mutazioni specifiche come Esr1 e Pik3CA, e coniugati farmaco-anticorpo (noti con la sigla Adc) che combinano l'efficacia della chemioterapia con la precisione delle terapie mirate. Per alcune forme più aggressive, come il tumore triplo negativo, sono disponibili l'immunoterapia e farmaci che agiscono su bersagli specifici (Adc contro Trop-2 o Her2, inibitori di Parp, ecc). Questo significa che, per molte donne, convivere con un carcinoma mammario metastatico oggi non è più sinonimo di rinuncia, ma può voler dire vivere più a lungo, con meno sintomi e una buona qualità di vita. Il futuro si gioca sulla diagnosi molecolare, sull'accesso equo alle cure e sulla collaborazione tra medici, pazienti e istituzioni".
"L'intelligenza artificiale offre un'opportunità unica per rivoluzionare i processi di screening radiologici del tumore del seno - rimarca Francesca Caumo, direttrice della Uoc di Radiologia senologica e oncologica presso l'Istituto oncologico veneto, Irccs di Padova - Questa tecnologia avanzata consente una personalizzazione basata su fattori di rischio e densità mammaria, migliorando la precisione delle diagnosi. Grazie alla sua capacità di effettuare triage, l'Ia può ottimizzare l'efficienza dei radiologi, riducendo il loro carico di lavoro e permettendo loro di concentrarsi su casi più complessi e a rischio elevato".
"La radiologia gioca un ruolo cruciale nella diagnosi precoce del carcinoma mammario, anche grazie a tecniche emergenti come la mammografia con mezzo di contrasto e alle pratiche di interventistica ormai indispensabili per la diagnosi e la terapia. L'uso dell'Ia in questo contesto non solo accelera l'analisi delle immagini, ma migliora anche la sensibilità e la specificità nella rilevazione di anomalie, contribuendo così a un trattamento tempestivo e mirato. Integrando l'intelligenza artificiale nei flussi di lavoro radiologici - conclude la specialista - possiamo migliorare la qualità delle cure e supportare i radiologi nel fornire diagnosi più accurate e sicure per le pazienti".