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Macron: “Riconoscere la Palestina”. Ira di Israele: “La sua festa è il 7 ottobre”. E rilancia: “Costruiremo lo Stato ebraico in Cisgiordania”

Israel Katz, ministro della Difesa del governo Netanyahu, ha puntato il dito contro il presidente francese che ha chiesto ai paesi Ue di rafforzare la loro posizione collettiva contro Israele: "Crociata contro di noi"
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I limiti sono tutti caduti. Lo si vede ogni giorno nella Striscia di Gaza. Il prossimo obiettivo del governo Netanyahu sono i confini stabiliti dagli accordi internazionali. Il ministro della Difesa, Israel Katz, durante la sua visita all’insediamento di Sa-Nur, ha attaccato duramente il presidente francese Emmanuel Macron, che oggi ha affermato che il riconoscimento di uno Stato palestinese a determinate condizioni è un “dovere morale“. “Costruiremo lo Stato ebraico israeliano in Cisgiordania”, ha risposto Katz visitando il villaggio costruito dai coloni nel nord del West Bank, evacuato nel 2005 contestualmente al disimpegno di Israele dalla Striscia di Gaza, e oggi uno dei 22 insediamenti approvati dal Gabinetto di Sicurezza di Israele, il più grande numero autorizzato negli ultimi 30 anni.

Per quale motivo Katz si è scagliato contro Macron? Durante una conferenza a margine dello Shangri-La Dialogue in corso a Singapore, il capo dell’Eliseo ha detto: “Riconoscere uno Stato palestinese non è semplicemente un dovere morale, ma un’esigenza politica”. Macron ha anche aggiunto che “gli europei devono rafforzare la loro posizione collettiva contro Israele se non ci sarà una risposta commisurata alla situazione umanitaria che verrà fornita nelle prossime ore e nei prossimi giorni nella Striscia di Gaza”.

Il governo Netanyahu continua a forzare la mano, dunque. Un atteggiamento che ha subito un’improvvisa accelerazione con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che si è schierato apertamente dalla parte di Tel Aviv prima ancora di vincere le presidenziali nel novembre 2024. In Cisgiordania, secondo le Nazioni Unite, dovrebbe sorgere le Stato di Palestina, ma il suo territorio è “occupato” da Israele dal 1967. Dal 1993, con la firma degli accordi di Oslo la regione, è sottoposta a controllo misto da parte dello Stato di Palestina, la cui nascita non è mai stata dichiarata, e di Israele.

Elogiando la decisione del governo come un “momento storico” per il movimento dei coloni, Katz afferma che rappresenta anche un “chiaro messaggio a Macron e ai suoi amici”. “Riconosceranno uno Stato palestinese sulla carta, e noi costruiremo lo Stato ebraico-israeliano sul campo. La carta verrà gettata nel cestino della storia e lo Stato di Israele prospererà”, ha dichiarato. “Non minacciateci di sanzioni perché non ci metterete in ginocchio”, ha aggiunto sottolineando che “lo Stato di Israele non abbasserà la testa di fronte alle minacce”.

Poche ore dopo le parole pronunciate da Katz a Sa-Nur, il ministero da lui diretto ha accusato Macron di aver intrapreso una “crociata contro lo Stato ebraico“. “Non esiste alcun blocco umanitario. Questa è una palese menzogna”, si legge in una nota. “Ma invece di fare pressione sui terroristi jihadisti, Macron vuole ricompensarli con uno Stato palestinese. Non c’è dubbio che la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre“, prosegue il comunicato in riferimento all’attacco terroristico perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023 in seguito al quale Israele ha avviato la campagna militare nella Striscia di Gaza.

Nel pomeriggio una fonte dell’ambasciata palestinese a Riad ha affermato che il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan si recherà domenica a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, in quella che sarà la prima visita di un ministro degli Esteri saudita nei Territori palestinesi dal 1967.

Oggi, intanto, la Finlandia ha condannato l’approvazione da parte di Israele di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania. “Gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale”, ha affermato la ministra degli Esteri Elina Valtonen in un post su X. “Creare deliberatamente ostacoli alla soluzione dei due Stati è inaccettabile e contrasta con gli sforzi internazionali volti a promuovere la pace”, ha aggiunto.

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