Cisint (Lega) ci riprova: “Allarme su un centro studi islamico a Verona”. Le associazioni: “Tenta di criminalizzare”

Anna Maria Cisint, l’ex sindaco di Monfalcone, eletta europarlamentare per la Lega, ci riprova. Da Bruxelles lancia un nuovo allarme anti-islamico, con la pretesa di individuare una rete integralista in Europa. Se la prende in particolare con un istituto di studi islamici che ha sede a San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona. Le sue parole inducono alcuni rappresentanti leghisti a convocare una conferenza stampa a sostegno della tesi eversiva. A smentirli interviene un comunicato dell’Osservatorio Diritti Sociali di Soave, che raccoglie le firme di una trentina di associazioni impegnate nelle realtà sociali e dell’inclusione, oltre a partiti come Sinistra Italiana, Movimento Cinquestelle, Partito Democratico e Rifondazione Comunista.
La bomba scoppia con le dichiarazioni di Cisint: “Si trova a Verona quello che, secondo un report dai toni preoccupanti, stilato dal governo francese sui pericoli e le infiltrazioni dei Fratelli Musulmani, potrebbe diventare il più grande centro di formazione per imam in tutta Europa”. Ha ha aggiunto: “A Monfalcone e in tante città italiane, moschee e scuole coraniche operano nell’ombra, prive di controllo e regolamentazione, spesso risacche di illegalità e predicazione dell’odio verso l’Occidente. Oggi, la novità si nasconde dietro la facciata di presunti istituti di formazione, il cui vero scopo è quello di ripulire l’immagine dell’Islam più radicale, mentre lentamente si insinua nelle nostre istituzioni”. Ha anche rincarato: “L’istituto veronese è indicato come un satellite delle reti associative attive in Europa e finanziato con fondi provenienti dal Kuwait”.
A enfatizzare la situazione ci hanno pensato due leghisti veronesi. “C’è un Islam che parla con gli attentati e un Islam che si infiltra nei territori indossando giacca e cravatta, il dossier dell’intelligence francese conferma il legame tra il centro Bayan, pensato per formare imam per l’intera Europa, e i Fratelli Musulmani”, hanno dichiarato Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega e capogruppo a Bruxelles, e il capogruppo in consiglio comunale Nicolò Zavarise.
Per smontare il can can leghista sono intervenuti associazioni e gruppi politici. “È un maldestro e patetico tentativo di criminalizzare un centro culturale, creare il mostro e spargere diffidenza e odio interreligioso – scrivono – I leghisti fanno riferimento all’istituto Bayan citato in un rapporto governativo francese ‘da poco desecretato’. Non c’è nessun segreto ‘desecretato’. Il rapporto, come si legge sul sito del Ministero degli Interni francese, è frutto del lavoro di un gruppo di alti funzionari incaricato di condurre un lavoro approfondito per documentare la realtà dell’islamismo politico”. Aggiungono: “Si tratta di un lavoro commissionato dal governo di minoranza di centrodestra, più precisamente dal ministro Bruno Retailleau, esponente dei Républicains e di quella frazione che strizza l’occhio all’estrema destra di Marine Le Pen”.
Dal rapporto emergono riferimenti alla presenza dei Fratelli Mussulmani in sette Paesi europei. “L’Italia non è citata. L’unico riferimento a Verona (e uno dei pochi all’Italia), in tutte le 75 pagine del rapporto, si trova in fondo a pagina 31 e recita testualmente: ‘Il primo Istituto Europeo di Scienze Umane, si trova vicino a Château-Chinon, altri due in Francia, due nel Regno Unito… un ottavo è previsto a Verona (Italia). L’Istituto Italiano di Studi Islamici e Umanistici, chiamato Bayan, ha beneficiato di finanziamenti kuwaitiani attraverso l’International Islamic Charity Organisation e aspira a diventare il principale centro di formazione per imam in Europa’”.
Commento dell’Osservatorio Diritti Sociali di Soave: “Tutto qui: il nulla, dentro ad un discutibile rapporto di natura politica più che scientifica, ma abbastanza per montare un caso, con la conseguente creazione di paure, diffidenza, ostilità, muri e barriere. L’estremismo islamico è una cosa seria, al pari di tutti gli altri estremismi e integralismi”. Le associazioni commentano: “In Italia, le forze dell’ordine e la magistratura hanno dimostrato di saperlo tenere sotto controllo e di prevenire le infiltrazioni pericolose. Un conto è tenere alta la vigilanza contro ogni deriva violenta, altro conto è criminalizzare per intero fedi religiose e loro fedeli. È l’approccio multiculturale ad essere il migliore strumento di contrasto ‘ambientale’ alla radicalizzazione estremista”. Si dice sconvolto dalle insinuazioni Ashraf Ali Mohamed Younis, medico, presidente del Centro culturale: “Nessuna radicalizzazione, solo studio e porte aperte a chiunque voglia entrare ad apprendere la lingua araba e conoscere l’islam. Donne comprese. E anche non musulmani”.