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“Appoggiò i palmi al seno ma senza fare pressione né allusioni sessuali”: prof 68enne assolto

Il docente dell'Università di Catania era accusato di molestie da sette studentesse. "Se non c'è dissenso, non c'è violenza", scrivono i giudici. La Procura annuncia ricorso
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Sette studentesse lo hanno accusato di violenze sessuali e molestie verbali avvenute tra il 2010 e il 2014 all’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto, ma il 25 febbraio i giudici (un uomo e due donne) hanno assolto il professore di Medicina dell’Università di Catania, Santo Torrisi, 68 anni, perché “non si è raggiunta la prova al di là di ogni ragionevole dubbio”. E mentre la Procura di Catania annuncia ricorso, escono le motivazioni della sentenza. “Ha appoggiato i palmi al seno; non c’è stata una pressione particolare delle mani”, scrivono i giudici. E ancora: “appare poco verosimile che, volendole palpare una zona erogena, il docente non abbia fatto alcuna allusione sessuale”.

Nelle motivazioni si legge però che “è certamente emersa la prova di un comportamento predatorio. Ossessivo nei confronti delle studentesse che il professore sceglieva come oggetto dei suoi desideri sessuali, ma il tribunale deve distinguere caso per caso se i comportamenti sono sussumibili del reato contestato”. Una delle ragazze ha detto che il professore le avrebbe toccato il seno, ma secondo i giudici avrebbe “appoggiato i palmi al seno; non c’è stata una pressione particolare delle mani”. E ancora: “Permangono dei dubbi sulla effettiva invasione della sfera sessuale e del dolo”. Il giorno del compleanno di una delle ragazze che accusano il docente, il professore l’avrebbe molestata fisicamente. Ma secondo i giudici “voleva fermarla per farle gli auguri. Appare poco verosimile che, volendole palpare una zona erogena, il docente non abbia fatto alcuna allusione sessuale”. Un contatto che “appare anomalo, poiché l’imputato non ha utilizzato le dita per palpare”.

Sempre la stessa ragazza dice che mentre si trovava nella stanza di Torrisi, “lui mi si è buttato addosso”. Ma i giudici affermano che “non si comprende cosa significhi buttarsi addosso e se ciò abbia coinvolto la sfera sessuale della persona offesa”. E ancora: “Se non c’è dissenso, non c’è violenza“. Secondo i difensori da alcune intercettazioni si evincerebbe un accordo tra le parti su cosa testimoniare.

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