“Il 10-15% degli ictus cerebrali colpisce adulti tra i 18 e i 50 anni”: per gli esperti causa da ricercare in alcol, droghe e fumo

L’ictus cerebrale non è una patologia che colpisce esclusivamente le persone anziane: lo dimostra il crescente numero di casi nei quali i soggetti coinvolti dalla malattia sono sempre più giovani adulti. Ad accendere i riflettori sullo stato e l’incidenza di questa patologia nella società è l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (ALICE) che in una nota pubblicata oggi, 27 maggio, avvisa come “circa il 10-15% di tutti gli ictus si verifica negli adulti di età compresa tra i 18 e i 50 anni, con una sensibile prevalenza nel sesso femminile“. I dati, elaborati e diffusi da studi recenti condotti negli Stati Uniti e in Europa, confermano non solo l’aumento dell’incidenza di ictus ischemici tra giovani e giovanissimi, ma come – a essi correlati – stiano aumentando i “fattori di rischio di ictus tipicamente comuni tra gli anziani”: ipertensione, dislipidemia, diabete mellito, uso di tabacco e obesità.
Associato all’aumento della patologia infatti, denuncia Marina Diomedi, responsabile Uosd Stroke Unit, Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma e membro del Comitato Tecnico-Scientifico di Alice Italia Odv, ci sono almeno tre importanti fattori: la predisposizione genetica, la diffusione e l’abuso di alcol e droghe, nonché la mancata prevenzione dei fattori di rischio. “I giovani – spiega Diomedi – sembrano sottovalutare i fattori di rischio, sottoponendosi raramente a controlli medici. L’insorgenza di ictus nei giovani-adulti si associa, inoltre, ad un tasso maggiore di mortalità e, soprattutto, ad un aumento di disabilità permanente”. Quali sono dunque i maggiori fattori di rischio per l’ictus giovanile?
Ipertensione arteriosa, dislipidemia e diabete – L’ipertensione è considerata tra i principali fattori di origine dell’ictus, tanto in età adulta quanto tra i giovani. A essa è associata l’ipercolesterolemia che causa la formazione di placche coronariche e carotidee. Poi il diabete, una patologia con cui convivono, avvisano gli esperti, “Almeno 4 milioni di italiani: circa 500.000 sono quelli con il diabete di tipo 1 (detto insulino-dipendente) e oltre 3 milioni e mezzo quelli con il diabete di tipo 2, legato all’obesità e ad uno stile di vita scorretto”. Col diabete – dove l’eccedenza di zuccheri indurisce i vasi sanguigni provocando anche placche sulle pareti arteriose – “Il processo di aterosclerosi avviene più rapidamente e il rischio di ictus cerebrale raddoppia”.
Sigarette, alcol e stupefacenti – Anche il fumo è dimostrato essere correlato all’incidenza di ictus nei giovani, specie se associato ad altri cofattori. “L’aumento di rischio – riporta ALICE – è del 40% circa nei modici fumatori (10 sigarette al giorno) e dell’80% circa nei forti fumatori (20 sigarette al giorno). L’aumento di rischio è maggiore nei giovani, di circa 3 volte nei soggetti di età inferiore a 55 anni, mentre di solo circa 1,5 volte nei soggetti più anziani. Nella donna è noto che l’associazione di fumo, emicrania con aura e assunzione di estro progestinici sia predisponente al tromboembolismo sistemico e all’ictus ischemico”. L’alcol etilico invece è un fattore di rischio per ictus ischemici e per quelli emorragici aumentando “Di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare” che può determinare l’insorgenza di eventi acuti, specie a seguito di una forte bevuta, per esempio associata al cosiddetto binge drinking. Maggiore è la quantità di alcol immagazzinata, più alto è il rischio. Per quanto riguarda invece l’uso di sostanze illecite, soprattutto cocaina e anfetamine, “Le stesse aumentano la pressione arteriosa e danneggiano i vasi sanguigni, favorendo la formazione di coaguli”.
Emicrania con aura – Fattore di rischio “Indipendente per lo stroke ischemico e l’infarto miocardico nelle giovani donne al di sotto dei 45 anni“, l’emicrania con aura è un tipo di mal di testa associato ad un insieme di altri disturbi psichici, visivi, motori e neurologici che possono precederne l’insorgenza. Il rischio “In media di circa 3 volte, tende a moltiplicarsi fino a 7 volte se associato a fumo e uso di contraccettivi orali e a 16 volte se presenti anche ipertensione e obesità”.
L’allarme lanciato dagli specialisti però non riguarda solo i fattori di rischio e l’insorgere della patologia stessa, ma fa luce su quelle che diventano le gravi conseguenze dell’ictus, conseguenze “Tanto più gravi considerando la lunga aspettativa di vita di chi sopravvive” alla malattia, spiega Diomedi. Parliamo, ha puntualizzato il presidente di ALICE Italia Odv Andrea Vianello, di “Disabilità gravi, come perdita di mobilità, difficoltà cognitive, difficoltà linguistiche e problemi emotivi. Queste conseguenze possono interferire con la capacità di condurre una vita normale, interrompendo il proprio percorso educativo, professionale e sociale. Non solo, ma le famiglie sono spesso costrette a modificare radicalmente la propria vita per assistere un giovane che ha subito un ictus”. Ecco che allora diventano indispensabili percorsi di supporto anche psicologico, tanto per chi è colpito direttamente dall’ictus quanto per i familiari che si occupano dei giovani. È necessario agire allora in un’ottica preventiva, attraverso percorsi volti a “Sensibilizzare i giovani sulla conoscenza e sul monitoraggio dei fattori di rischio”. Non solo un’educazione mirata però: è necessario spingerli a fare visite periodiche di controllo, anche “Per ridurre l’onere economico e sociale associato alla patologia”.