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Delmastro: “Certi magistrati parlano come mafiosi”. Rando (Pd): “Superato ogni limite, si dimetta”

Il sottosegretario attacca la magistratura prendendo ancora a pretesto il "caso Patarnello". E promette: "La riforma devasterà il potere delle toghe rosse"
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“Il magistrato che dovrebbe sentire pulsioni di giustizia dice che Meloni è pericolosa perché non ha inchieste: questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati”. È polemica per le parole – riportate dalla Stampa – di Andrea Delmastro, che parlando a un convegno di FdI a Torino ha attaccato la magistratura prendendo ancora una volta a pretesto il discusso “caso Patarnello” dello scorso ottobre. Il riferimento del sottosegretario alla Giustizia, infatti, è alla mail privata inviata dal pm di Cassazione Marco Patarnello, esponente della corrente progressista di Magistratura democratica, sulla mailing list dell’Associazione nazionale magistrati: in quel messaggio il magistrato scriveva che la premier “non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, ma “rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto“. Un ragionamento che ora Delmastro taglia con l’accetta per paragonare Patarnello a un mafioso. L’esponente di governo poi accusa i magistrati di voler “tramortire” la riforma sulla separazione delle carriere, “perché avrà un effetto devastante sul potere delle toghe rosse”.

Il resoconto delle uscite del sottosegretario scatena reazioni indignate dal Pd. “Non c’è niente da fare: ogni volta che Delmastro esterna – contro i giudici, i giornalisti, i parlamentari di opposizione – le parole sono accompagnate da un cattivo odore di olio di ricino“, attacca il senatore dem Walter Verini. Per la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Nazareno, “le parole del sottosegretario alla Giustizia superano ogni limite e sono inaccettabili: mettere sullo stesso piano magistrati e mafiosi fino a dire che alcuni giudici parlano come mafiosi è un’affermazione di una gravità inaudita da parte di un esponente di governo, senza precedenti nella storia della Repubblica. Delmastro non dovrebbe solo vergognarsi, dovrebbe dimettersi, perché ancora una volta dimostra di essere inappropriato per l’incarico che ricopre”, incalza. “Paragonare un magistrato a un mafioso è un insulto non solo alla magistratura, ma alla legalità e alla dignità dello Stato di diritto. È un attacco a chi ogni giorno lavora con serietà e indipendenza per garantire giustizia nel nostro Paese. Le parole di Delmastro suonano anche come una minaccia, un attacco diretto, violento e contro l’autonomia della magistratura”, afferma invece la deputata e responsabile Giustizia Debora Serracchiani.

Dall’opposizione c’è anche chi chiama in causa Giorgia Meloni: “Ho aspettato alcune ore, sperando di leggere una netta smentita del sottosegretario. Ma non c’è stata. Quelle affermazioni mi sembrano gravi e inaccettabili, ancor più alla luce del ruolo istituzionale che ricopre Delnastro. Credo che debba intervenire la premier Giorgia Meloni”, dice l’eurodeputato dem Stefano Bonaccini. Durissimo con la capa del governo il leader di Europa Verde Angelo Bonelli: “Siamo governati da un manipolo di camerati che pensano di poter dire e fare ciò che vogliono, senza alcun problema, insultando le istituzioni e calpestando ogni principio di responsabilità. Ma la vera responsabile è Giorgia Meloni, che continua a tenere Delmastro al governo, evidentemente perché rappresenta anche il suo pensiero. Un pensiero pericoloso, verbalmente violento, e assolutamente incompatibile per chi ricopre ruoli di governo in una democrazia”.

Dal Consiglio superiore della magistratura invece interviene Ernesto Carbone, consigliere laico eletto in quota Italia viva, che cita le parole del sottosegretario: “”Pulsioni di giustizia” o forse repulsione per la giustizia? Non so quali siano le pulsioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro quando fa queste dichiarazioni. Ormai con cadenza mensile (così ci ha abituato) il sottosegretario in modo scomposto attacca la magistratura. Credo che non voglia il bene del Paese, credo che non voglia il bene della magistratura e credo non voglia il bene della giustizia”, attacca.

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