Su Tesla Musk ha commesso un delitto

Per tentare di capire a che punto è Elon Musk, torno a sfogliare il capolavoro di Fedor Dostoevskij. Mi tocca, dopo aver letto l’ultima intervista di Musk a Bloomberg. Parole stanche di uno che, come Rodion Romanovič Raskol’nikov, si sente un Napoleone ma che spera di salvarsi attraverso la sofferenza. O almeno. La realtà è molto più cruda: per fine mese sarà costretto dal mercato e dagli azionisti a riprendere il volante di Tesla e a limitare il lavoro nell’amministrazione Trump solo “un giorno o due a settimana”. Oltre a cercare una risposta a Bill Gates (e in fondo a tutti noi), che lo ha accusato di far morire bambini tagliando i fondi pubblici Usa ai paesi più poveri.
Per Musk è una coincidenza? Quando è sotto tiro più del solito – come in questo momento, per il suo sostegno all’estrema destra mondiale da dipendente di Donald Trump e per il declino delle vendite della sua Tesla – parla ai media tradizionali che pure non sopporta, invece che ai social e alle chat di fan adoranti. Oggi Bloomberg, nell’agosto del 2018 il New York Times, cui raccontò del suo “anno più difficile” e definì la produzione in fabbrica a Fremont dove trascorreva le notti un “inferno”. Ma nemmeno Dostoevskij ci vedrebbe un pentimento: se le cose vanno troppo male, bisogna parlare dritto ai mercati. E Musk deve aver ritenuto Bloomberg meno irsuto del Wall Street Journal, più volte attaccato (anche nell’intervista all’agenzia). Nonostante l’editore non sia per nulla un liberal, ma solo uno attento ai propri affari che le politiche dell’Amministrazione mettono a rischio. Domani chissà, noterebbe Dostoevskij: “Hanno pianto un poco e poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo”.
A Bloomberg, Musk ha raccontato di voler restare “almeno altri cinque anni” alla guida di Tesla, che non è “questione di soldi, ma di una ragionevole questione di controllo del futuro dell’azienda”, che le cose di Tesla non vanno davvero male come dicono i numeri e l’aria che tira, che il suo schieramento “a destra” ha compensato le perdite avute fra i clienti “di sinistra”. Banalità, e quando la giornalista di Bloomberg lo ha incalzato, Musk l’ha apostrafata come Npc, “giocatore non giocabile” nel gergo dei nerd da videogiochi.
Musk non sarà Rodion Romanovič Raskol’nikov, ma – al di là di cosa si pensi dell’auto elettrica – su Tesla ha commesso un delitto. E allora quante cose già ben scritte oggi ci illuminano: “Ecco tutto quello di cui si pentiva: del fatto di non aver sopportato il peso del suo delitto e di essersi andato a costituire”.