"Partito dal Paese più ‘giovane’ del mondo, il Sud Sudan, James si è prefisso di cercare l’oro ovunque si trovasse..."
Partito dal Paese più ‘giovane’ del mondo, il Sud Sudan, James si è prefisso di cercare l’oro ovunque si trovasse. Parte dalla capitale Juba nel 2021 e passa nell’altro Sudan per raggiungere il Ciad. Lavora per qualche mese in una zona aurifera e riesce a mettere da parte qualche centinaio di migliaia di franchi locali. Di ritorno dalle miniere è derubato dai banditi di quanto aveva faticosamente risparmiato. Arriva in Libia e vi rimane il tempo necessario per capire di andare dove l’oro è a portata di mano, per esempio nel confinante Niger. James si impegna per seguire il cammino dell’oro e ne trova quanto basta per decidere di partire. Ma solo per essere derubato da banditi o da ‘terroristi’ che gli portano via il ricavato di altri mesi di arduo scavo nelle miniere della zona. Non gli rimane che andare ancora più lontano e tentare la sorte nel confinante Burkina Faso.
Lavora duro per sei mesi e la somma accumulata passa il milione di franchi, che gli sono sottratti da elementi dei gruppi armati che finanziano l’insurrezione nel Sahel anche grazie al sostegno dell’oro. Conoscono le zone, le piste, i passaggi e James può dirsi fortunato se ha salva la vita. Gli hanno preso tutto quanto possedeva, soldi, borsa da viaggio e i documenti che gli rimanevano dopo tutti questi viaggi. Stavolta è l’oceano Atlantico a sedurlo, perché raggiunge prima il Togo e poi il Benin. Senza più nulla in tasca riesce in qualche modo a percorrere lo stesso cammino a ritroso. I militari del Burkina lo accompagnano alla frontiera col Niger. Sbarcato da una settimana nella capitale del Paese, Niamey, non esita a presentarsi presso le agenzie delle Nazioni Unite. Senza documenti di viaggio o d’identità appare nell’ufficio ‘migranti’ con un foglio che porta la scritta ‘Cattedrale Zongo’.
Accanto al nome della cattedrale c’era quello del sottoscritto e dunque James può raccontare la sua storia affascinante e tragica di cercatore d’oro. Non ha casa, cibo, lavoro, documenti e solo gli rimane la storia vissuta e il desiderio di tornare al suo Paese di origine con la complicità delle apposite istituzioni delle Nazioni Unite. James è consapevole che le locali autorità esigono documenti in regola e continua a sostenere che finora in Africa si poteva viaggiare così, liberamente e senza documenti particolari. E’ accampato presso l’Ufficio Polivalente delle Nazioni Unite per i rifugiati e richiedenti asilo, i cui bisogni superano largamente le reali possibilità del Servizio. Convivono all’aperto altri sudanesi, centrafricani, somali e cittadini originari dell’Etiopia, Yemen e Palestina. Un’intera cartina geografica dei disastri provocati da interessi, guerre, lotte di potere, armi e follia geopolitica.
James rimane imperturbabile, e anche quanto racconta di essere stato derubato dal ricavato dell’oro sembra come parlare di avvenimenti ineluttabili. La persona che ha attraversato il Sudan, il Ciad, la Libia, il Niger, il Burkina Faso, il Togo, il Benin e il ritorno nel Niger non è la stessa di prima. Lui stesso è stato attraversato dalle frontiere dell’oro e dei banditi che l’hanno derubato del lavoro e del tempo. James vuole tornare al suo Paese di origine, il Sud Sudan, malgrado il Paese sia tutt’altro che stabile, ma non gli importa. Afferma sottovoce che l’oro che cercava lontano si trovava dentro di lui.