“Sistema Sorrento”, confessa lo staffista del sindaco arrestato: “Quei soldi erano una tangente”

“Quei soldi erano una tangente”. Ha confessato Francesco Di Maio, patron del settimanale locale Agorà e collaboratore di staff del sindaco di Sorrento Massimo Coppola,arrestato insieme a lui durante la consegna dei seimila euro di mazzetta da parte dell’imprenditore della refezione scolastica Michele De Angelis. Di Maio ha deciso di collaborare con i pm e durante l’interrogatorio di convalida in carcere, durato circa tre ore, ha spiegato i particolari dell’accaduto, rivelato nuovi dettagli, fornito nuovi spunti alle indagini. E ha già preso appuntamento per un nuovo colloquio coi magistrati, stavolta investigativo.
Difeso dall’avvocato Alessandro Orsi, Di Maio ha spiegato al Gip di Torre Annunziata Emanuela Cozzitorto e ai pm Giuliano Schioppi e Matteo De Micheli che la tangente pattuita secondo lo scadenzario era di 24mila euro (doveva essere l’ultima tranche), ma De Angelis aveva fatto sapere che non avrebbe potuto versarne più di seimila in quel momento.
L’imprenditore è arrivato all’appuntamento col sindaco con le banconote “tracciate”: erano state prima fotocopiate. E le fotocopie erano nelle mani dei finanzieri agli ordini del capitano Francesco Tartaglione e del colonnello Gennaro Pino. È la prova che De Angelis aveva avuto contatti con gli inquirenti prima della cena al ristorante della collina di Sorrento, dove è stata apparecchiata la “cena con delitto”, con il tavolo imbottito di cimici e microcamere, una piazzata anche in bagno, tutto è stato ascoltato e registrato. “De Angelis voleva liberarsi di un peso”, dicono al fattoquotidiano.it fonti qualificate. Voleva uscire dal “Sistema Sorrento“, perché non ce la faceva più.
Il titolare della coop Prisma ha così tirato fuori i soldi per l’ultima volta, il sindaco ha detto allo staffista di andare in bagno a contarli, questi si è trattenuto la sua parte di 1.500 euro. Questa la ricostruzione di Di Maio, che ovviamente andrà verificata. Come va verificata anche la parte in cui lo staffista ha detto al giudice che il bando della refezione scolastica fu preparato da una dirigente del Comune di Sorrento indagata, e fu cucito sui desiderata di De Angelis, il tutto su ordini precisi di Coppola.
Di Maio ha parlato anche di vicende di cui è a conoscenza “de relato”, ovvero sulla base di racconti di terzi, e ha affermato che molti dirigenti sarebbero proni ai voleri del sindaco. Anche queste affermazioni andranno riscontrate. L’avvocato ha chiesto l’attenuazione della misura cautelare, dalla cusodia in carcere ai domiciliari. L’ormai ex collaboratore del sindaco si è dichiarato disponibile a indossare braccialetto elettronico. I pm sono contrari. Il giudice deciderà nelle prossime ore. Massimo Coppola, difeso dall’avvocato Gianni Pane, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. Durante le prime fasi dell’interrogatorio avrebbe accusato un malore. Il sindaco ha detto di essere disponibile a un interrogatorio dopo una attenta lettura degli atti.