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Agrigento, indagato ex assessore Di Mauro. Associazione per delinquere nella frode di pubbliche forniture

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È il deputato regionale autonomista, già ex assessore all’energia e industria siciliana, Giovanni Di Mauro, detto Roberto, il “mister X” dell’inchiesta della Procura di Agrigento sul giro di tangenti nelle pubbliche forniture che lo scorso 15 maggio ha portato all’arresto di 5 persone, sulle 13 indagate. Il nome del deputato-ex assessore è stato inizialmente omissato dagli inquirenti, ma figura nell’atto di avviso di accertamenti tecnici non ripetibili previsti per il 22 maggio, e chiesti dal procuratore capo di Agrigento, Giovanni Di Leo e dal sostituto Rita Barbieri.

Di Mauro ha una lunga carriera politica alle spalle, inizia con la Democrazia Cristiana che lo ha visto diventare sindaco di Agrigento dal 1990 al 1991, per poi fare da spola tra Palazzo Montecitorio e Palazzo dei Normanni. Tre volte deputato nazionale, e cinque regionale, ricevendo come incarico quello di assessore nell’isola con le deleghe di energia, bilancio, ambiente ed economia. Dalla balena bianca è poi transitato nel Ccd e Udc, fino alla fondazione del Movimento per le Autonomie, il partito creato nel 2005 insieme all’ex governatore Raffaele Lombardo. Lo scorso 8 aprile, Di Mauro si è dimesso da assessore della giunta di Renato Schifani, denunciando l’insufficiente quantitativo di risorse umane destinate al suo assessorato per fronteggiare le emergenze della siccità e dello smaltimento di rifiuti.

Il maxi appalto – Di Mauro è accusato di associazione per delinquere, truffa nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti, in concorso con il suo ex segretario particolare Giovanni Campagna, il responsabile del rup Sebastiano Alesci e l’imprenditore in quota FdI, Giuseppe Capizzi, in merito al maxi appalto da 37 milioni di euro per i lavori di “ristrutturazione ed automazione dell’ottimizzazione delle rete idrica di Agrigento”.

Secondo la ricostruzione della squadra mobile agrigentina, il “Consorzio Della” dell’imprenditore Capizzi nel 2023 si è aggiudicato i lavori, con la “complicità del rup Alesci e altri pubblici funzionari”, con “un ribasso di oltre il 30%”, offerta “inidonea ad assicurare la concreta esecuzione dei lavori e senza in realtà avere i requisiti economici e di organizzazione aziendale per affrontare un lavoro” di tale portata. Per l’accusa, l’imprenditore non avrebbe fornito tutta la documentazione prevista “in quanto in quel momento sottoposto a misura interdittiva in altro procedimento”, posticipando così l’inizio dei lavori per aprile 2025 “in attesa dell’erogazione della tranche iniziale del finanziamento” grazie all’ausilio di Campagna e con “la mediazione di Di Mauro”.

Associazione per delinquere – L’accusa più grave per l’ex assessore Di Mauro è quella legata alla presunta “associazione per delinquere finalizzata al reperimento ed alla distrazione a fini privati di risorse pubbliche, provenienti dalla Regione Siciliana e da altre fonti di finanziamento, mediante la commissione di più delitti contro la pubblica amministrazione quali la turbativa d’asta, il peculato, la corruzione e la concussione attraverso meccanismi spartitori dei pubblici appalti, degli incarichi di progettazione e di quelli amministrativi, connessi ai finanziamenti gestiti dalla Regione Sicilia ed in particolare dall’assessorato all’energia e dei servizi di pubblica utilità, alla progettazione e realizzazione di opere pubbliche e di affidamento di servizi fondati sulla proprietà di imprese compiacenti, e su una capillare opera di corruzione e di condizionamento di progettisti, pubblici funzionari, dirigenti di enti locali, assessorati e di organismi d’ambito territoriale”.

Di Mauro e gli altri indagati avrebbero “in particolare, si legge negli atti dell’accusa, determinato anche la individuazione delle stazioni appaltanti”, in questo modo avrebbero “operato per mantenere Alesci o tecnici compiacenti nel ruolo di rup”, ciò avrebbe consentito all’assessore “direttamente o a suoi patrocinati appoggi politico all’interno dell’amministrazioni comunali e degli enti territoriali della provincia di Agrigento”.

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