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Garlasco, il Tg1: “Impronta di Sempio vicino al corpo di Chiara”. Il Ris la catalogò già nel 2007: “Non è utile”

L'impronta compariva fin dalla prima inchiesta e venne catalogata come traccia dattiloscopica, classificata con il numero 33: compare sulla parete destra della scala
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Nessun interrogatorio incrociato e contemporaneo tra il nuovo indagato, il condannato in via definitiva e a Venezia il fratello della vittima. Ma nella giornata in cui i pm dovevano raccogliere le parole di Andrea Sempio, Alberto Stasi e Marco Poggi è piombata un’apparente rivelazione del Tg1. Il contenuto di una perizia disposta dalla procura di Pavia, attribuisce un’impronta di Sempio vicino al corpo di Chiara Poggi. L’impronta del palmo della mano – in realtà – si trova sul muro delle scale che portano in taverna, vicino al luogo dove è stata trovata senza vita Chiara Poggi. E come è noto l’attuale indagato frequentava la villetta di via Pascoli in quanto amico del fratello della vittima. Non solo, accanto ci sono un’impronta del fratello – che era in montagna da giorni – e anche di uno degli investigatori.

L’impronta già analizzata – L’impronta compare fin dalla prima inchiesta del delitto di Garlasco del 2007 e viene catalogata dagli esperti – incaricati dai magistrati che hanno indagato nella villetta – come traccia dattiloscopica, classificata con il numero 33. È un’impronta che compare sulla parete destra della scala su cui il 13 agosto viene trovato il corpo senza vita della ventiseienne. Si evidenzia come si tratti di “parte della traccia completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici”, si legge nella relazione del Ris di Parma.

“È stata asportata dal muro – diceva il reparto scientifico dei carabinieri – grattando l’intonaco con un bisturi sterile”. Impronta dunque su cui gli esperti hanno tentato da subito di trovare elementi utili per risolvere il caso. “La traccia è stata testata con il combur test che ha fornito esito dubbio e con l’Obti test (quello più affidabile nel rintracciare il sangue, ndr) che ha fornito esito negativo”. Dunque non è un’impronta palmare insanguinata. Di più, nella relazione dei carabinieri del Ris di Parma si fa un riassunto preciso, impronta per impronta, di tutte quelle catalogate lungo il muro della scala di via Pascoli, oltre venti (foto da 31 a 56). Quattro sono attribuibili al carabiniere Gennaro Cassese, una al fratello della vittima Marco Poggi e la traccia 33 – che ora sembra diventare centrale in questa inchiesta – è un’impronta palmare la cui utilità è “nessuna”, scriveva il Ris. Da quanto si apprende la nuova consulenza è stata fatta sulla base delle foto.

È possibile che nelle nuove indagini vengano effettuate anche analisi per individuare eventuali tracce di sangue nell’impronta del palmo di una mano trovata quasi 18 anni fa sulla parete destra delle scale, vicino al corpo di Chiara Poggi, e attribuita con una recente consulenza dattiloscopica ad Andrea Sempio. Su quell’impronta, che non fa parte degli accertamenti genetici previsti nell’incidente probatorio, gli inquirenti potrebbero disporre ulteriori valutazioni, anche documentali, per stabilire se la mano che l’ha lasciata fosse insanguinata.

La triangolazione sfumata – In giornata è ache sfumata la triangolazione prevista dai pubblici ministeri per porre domande a Sempio, indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, e appunto Marco Poggi, fratello della vittima. Il 37enne commesso, che secondo gli inquirenti pavesi avrebbe agito in concorso con Stasi o ignoti nell’assassinio della 26enne il 13 agosto del 2007, non si è presentato in Tribunale. Ha esercitato un diritto previsto dalla legge di avvalersi quindi della facoltà di non rispondere. Arrivato con quale minuto di anticipo, rispetto alla convocazione prevista alle 14, il 42enne – all’epoca dei fatti fidanzato della vittima – che è in semilibertà dopo aver scontato parte dei 16 anni inflitti in via definitiva. Stasi è entrato dalla porta carraia del Palazzo di giustizia, sul retro, senza scendere dalla vettura.

La difesa Sempio – La difesa di Sempio, già nei giorni scorsi, aveva annunciato che avrebbe opposto un muro rispetto alle richieste della procura. “Guerra dura senza paura. Codice di procedura penale noi ti amiamo” ha dichiarato Angela Taccia. Una frase sui social che lascia ipotizzare che ci possa essere stato un errore di notifica rispetto alla richiesta di comparizione davanti ai magistrati di Pavia. “Lascia che l’oceano ti insegni che puoi essere sia calmo che caotico, gentile e forte” altre parole affidate sempre ai social. Nei giorni scorsi anche l’altro legale di Sempio, Massimo Lovati, aveva spiegato che non si sarebbe lasciato spazio di manovra: “Appena potrò il 16 di maggio (il giorno dell’udienza per il conferimento dell’incarico ai consulenti, ndr) farò tutte le eccezioni del mondo tipo l’inutilizzabilità delle impronte, sia quelle vecchie che quelle nuove. Le prossime mosse della difesa saranno di controbattere a tutte le richieste, non c’è più nessun tipo di collaborazione, ma solo guerra all’ultimo sangue”. Anche la madre del 37enne, convocata come testimone nelle scorse settimane, decise di non parlare, essendo una facoltà prevista per i parenti dell’indagato. Al momento non è prevista una nuova convocazione.

Va detto però, nell’ottica di un ragionamento difensivo, che Sempio era uno degli adolescenti, poco più che maggiorenni, che frequentava la villetta di via Pascoli: pure lui saliva in stanza di Chiara e usava il computer, e non si esclude possa anche essere sceso in taverna o andato nel bagno vicino. Tant’è che l’impronta che una consulenza disposta dalla Procura riconduce diritto a lui, è stata repertata non molto lontano, non solo da tracce lasciate da investigatori durante i rilievi, ma anche dall’impronta digitale di un pollice del fratello di Chiara, il quale il giorno del delitto era in montagna con i genitori.

La difesa Stasi – Stasi ha risposto per due ore alle domande come annunciato dalla difesa. “Non posso dire nulla, c’è un’indagine in corso, siamo molto soddisfatti” dice l’avvocato Antonio De Rensis, all’uscita del Tribunale. “Dal primo giorno dico che ho fiducia in chi sta indagando”. Stasi era accompagnato dall’avvocato in quanto convocato come testimone assistito, ossia con la presenza obbligatoria degli avvocati. “L’assenza di Sempio? La devono giudicare altri, voi fate i giornalisti…” dice il legale rispondendo a una domanda dei cronisti.

L’audizione di Marco Poggi – È anche terminata l’audizione, come teste, di Marco Poggi. L’audizione – come riporta l’Ansa – è avvenuta in una caserma dei Carabinieri del veneziano. Poggi doveva essere sentito dalla pm Giuliana Rizza. Nulla si sa al momento dell’esito del confronto. Poggi si è recato all’appuntamento con propri mezzi. L’interrogatorio del fratello di Chiara, e quello contestuale – poi saltato – di Andrea Sempio, servivano a chiarire quanto Sempio fosse davvero di casa nella villetta dei Poggi e quali erano i suoi rapporti con Chiara. “Con la collaborazione degli inquirenti, Marco Poggi ha potuto essere sentito lontano dai giornalisti ed ha risposto serenamente alle domande che gli sono state rivolte. Ad Andrea Sempio lo lega un’amicizia di lunga data e la convinzione della sua estraneità alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia” ribadisce in una nota l’avvocato Francesco Compagna.

La riapertura del caso – Dopo 18 anni il caso è stato riaperto e, tra comprensibili difficoltà tecniche per il tempo trascorso, per la prima volta ad essere in discussione è la ricostruzione di un’unica persona sulla scena dell’omicidio che ha sorpreso Chiara senza nemmeno darle il tempo di difendersi. Una ricostruzione respinta dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale di parte civile della famiglia Poggi, che più volte ha spiegato nella villetta di via Pascoli agì una sola persona che indossava scarpe taglia 42, ricordando inoltre che Sempio calza il 44 e che aveva una bicicletta rossa.

L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Civardi e dalle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, ha preso la strada della convinzione che il delitto sia stato commesso non da una ma da più persone, tra cui Andrea Sempio, l’amico del fratello della 26enne assassinata. Dopo alcune fasi in cui l’attesa mediatica e l’indagine si sono concentrate sulla battaglia delle perizie genetiche e delle opportunità scientifiche sui rilievi e sui reperti (con l’avvio degli esami previsto a giugno e i primi esiti attesi per ottobre o novembre) ora l’attenzione pare spostarsi più sul profilo investigativo e all’acquisizione, da parte dei Carabinieri, di nuovi elementi, dopo le perquisizioni a sorpresa di mercoledì scorso tra Voghera, Garlasco e Tromello. Nuovi e vecchi nomi sono entrati nell’orbita delle accelerate attività investigative e ci si chiede se potranno mutare la propria posizione rispetto all’inchiesta. Per la Cassazione, nonostante errori e omissioni della prima inchiesta, Alberto Stasi è “colpevole oltre ogni ragionevole dubbio”.

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