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Dazi, incontro Meloni-Vance-von der Leyen a Chigi. Il vice di Trump: “Giorgia sarà la pontiera tra Ue e Usa”

A due giorni dall'esclusione dal vertice dei "volenterosi", la premier ottiene la prima rivincita mediatica. E festeggia: "Orgogliosa di questo passo in avanti per l’unità dell’Occidente"
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A due giorni dall’esclusione dal vertice dei “volenterosi” a Tirana, Giorgia Meloni ottiene una prima rivincita mediatica sfruttando la messa di insediamento di Papa Leone XIV. Nel pomeriggio, dopo la cerimonia a San Pietro, la premier ha ricevutoto a palazzo Chigi il vicepresidente Usa JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio, in un trilaterale incentrato sul tema dei dazi a cui ha partecipato anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Parlando alla stampa prima dell’inizio del faccia a faccia, Vance – che al mattino ha incontrato per mezz’ora il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – ha riempito di elogi la presidente del Consiglio accreditando grande importanza al suo ruolo di mediatrice nella guerra commerciale iniziata da Trump: “La premier Meloni è diventata una buona amica per me. Io e il presidente Trump siamo fan della premier Meloni e dell’Italia. Quello che si è offerta di fare, e il presidente e io siamo felici di accettare, è di essere un ponte tra Usa ed Europa”, ha detto.

“Ho detto ripetutamente che l’Europa è un importante alleato degli Stati Uniti, così come lo sono i singoli Stati, certo c’è qualche disaccordo, come succede a volte tra amici, su argomenti come il commercio, ma abbiamo anche molti punti di accordo su cui lavorare insieme. Quindi non vedo l’ora di lavorare, apprezzo l’ospitalità della premier Meloni, così come la presenza di von der Leyen, penso che avremo una buona conversazione e spero possiamo essere all’inizio di un negoziato a lungo termine sul commercio”, ha aggiunto Vance. Anche von der Leyen ha ringraziato Meloni: “Grazie Giorgia per aver facilitato questo trilaterale. Anche io sono ansiosa di tenere questo colloquio. Abbiamo una relazione molto speciale e stretta con gli Stati Uniti. Guardando al commercio, abbiamo la più grande relazione commerciale nel mondo, con oltre 1.500 miliardi di dollari all’anno, siamo molto legati, abbiamo scambiato paper che i nostri esperti stanno studiando approfonditamente, discutendo i dettagli. Tutti sanno che il diavolo è nei dettagli, ma ciò che ci unisce è che insieme vogliamo un buon accordo per entrambe le parti”.

Da parte sua, la presidente del Consiglio ha esordito ricordando la sua missione solitaria negli Usa ad aprile per trattare sulle tariffe imposte da Trump, conclusa senza grossi risultati: “Quando un mese fa sono stata ospite del presidente Trump a Washington avevo proposto un incontro tra Unione europea e Stati Uniti. Sono orgogliosa di aver l’occasione oggi di ospitare due dei leader di Stati Uniti e Ue per cominciare un dialogo. Sappiamo quanto siano importanti le nostre relazioni commerciali e siamo qui ovviamente per discutere di tutto questo. Io spero che la giornata di oggi possa essere un primo incontro e un nuovo inizio. Chiaramente per la materia commerciale la competenza in Europa è della Commissione, quindi il ruolo dell’Italia è soprattutto legato alla necessità, alla voglia di favorire il dialogo. Sicuramente voglio ringraziare i miei due interlocutori per aver offerto questa occasione“, ha afggiunto. Poi ha definito “perfetta” l’organizzazione della cerimonia di insediamento del Papa: “Permettetemi di ringraziare tutte le persone, uomini e donne, che hanno lavorato per consentire che anche oggi fosse una giornata perfetta che dà lustro all’Italia, alla sua capacità organizzativa e alla sua capacità di ospitare i propri omologhi”. Al termine del trilaterale, la premier ha definito il confronto “costruttivo” con un post sui social: “L’Italia intende fare la sua parte per rilanciare il dialogo tra Unione Europea e Stati Uniti: due realtà chiamate ad affrontare insieme le grandi sfide globali”, scrive.

A margine della messa a san Pietro, la leader di FdI ha avuto un bilaterale in Vaticano anche con il presidente della Repubblica di Israele Isaac Herzog (il premier Benjamin Netanyahu ha rinunciato alla trasferta per timore di essere arrestato in esecuzione del mandato emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale). Un tentativo di riacquisire centralità internazionale dopo essere rimasta fuori dal vertice tenuto venerdì tra i leader di Francia, Regno Unito, Ucraina e Polonia, in call con gli Stati Uniti a Tirana, a margine del summit della Comunità politica europea. Meloni aveva rivendicato la sua mancata partecipazione parlando di “coerenza”: “L’Italia non è disponibile a inviare truppe in Ucraina e non avrebbe senso partecipare a formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità”. Dopo poco tempo, però, il presidente francese Emmanuel Macron l’aveva smentita in modo secco: “Non abbiamo parlato di inviare truppe, la discussione era per un cessate il fuoco in Ucraina. Bisogna essere seri, guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce n’è a sufficienza di quelle russe”. Parole condannate sia dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha invitato il presidente francese a evitare “frecciatine”, sia indirettamente dalla premier, con un invito ad “abbandonare i personalismi che rischiano di minare l’unità dell’Occidente“. Un concetto, quest’ultimo, che non a caso Meloni sceglie di inserire anche nel post con cui celebra il trilaterale: “Orgogliosa di questo passo in avanti per l’unità dell’Occidente”, scrive. Perché Macron intenda.

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