Referendum 8/9 giugno, un’occasione d’oro per fare avanzare la vera opposizione

In carica oramai da più di due anni e mezzo il pessimo governo di Giorgia Meloni è lo specchio dell’evidente declino dell’Italia. Le sue caratteristiche principali sono la ridicola incompetenza, un certo criptofascismo autoritario che a tratti rigurgita in modo incontenibile, e l’estrema disumanità, chiaramente dimostrata dall’atteggiamento sprezzante nei confronti delle proprie vittime, si tratti dei migranti annegati a Cutro, di coloro che muoiono ogni giorno lavorando o degli oltre cinquantamila Palestinesi, gran parte donne e bambini, ammazzati finora dal genocida nazisionista Netanyahu con le armi fornitegli dall’Occidente, con in prima fila proprio il governo italiano. E non ci vengano a raccontare la penosa barzelletta secondo la quale le armi italiane sono buone e non colpiscono i civili.
Questo governo è da tempo al di là di ogni possibile vergogna. Ha fatto della menzogna sistematica e spudorata, sparsa con l’ausilio di un sistema dei media sempre più asservito e indegno, il suo codice comunicativo. Si regge sulla finta opposizione del Pd, il cui corpaccione malato è infettato irrimediabilmente dai virus renziani, atlantisti, filosionisti, padronali e consociativi.
In questo quadro difficile e sconfortante i referendum dell’8 e 9 giugno offrono indubbiamente al popolo italiano, cornuto, mazziato, imbrogliato e sfiduciato, un’occasione di riscatto che non va sottovalutata. A quasi tre settimane dalle urne è difficile dire se si riuscirà a bucare il muro di gomma della sfiducia, dell’ignoranza e dell’indifferenza fomentate da lorsignori. Quello che è certo è che non va lasciato nulla di intentato in questo senso.
Infatti, come facilmente comprensibile anche agli ingegni più spenti ed avvizziti, la portata di questo appuntamento va ben al di là dei pur importanti quesiti.
Questi del resto sono collegati da un filo rosso ben evidenziato dal Comitato popolare che si è costituito per portare avanti la campagna referendaria e che è la lotta allo sfruttamento. Lo sfruttamento del lavoro attuato in chiara violazione del primo articolo della Costituzione repubblicana, costituisce infatti la principale risorsa di questo governo. Esso si basa sull’umiliazione e l’oppressione del popolo lavoratore per tirare avanti facendo i propri porci comodi personali e quelli ancora più nefasti delle varie lobby internazionali che rappresenta. Quelle stesse lobby, armamenti, medicinali ed altro che manovrano Von der Leyen e gli altri dirigenti europei.
Il primo quesito è volto ad abrogare il vergognoso Jobs Act voluto dal governo Renzi per annientare le garanzie del lavoro, ridotto a un’informe marionetta in mano a un ceto imprenditoriale irresponsabile e privo di visione strategica. Il secondo, aumentando il risarcimento per licenziamenti illegittimi oltre le sei mensilità, rappresenta un ulteriore argine all’arbitrio padronale, amorevolmente consentito da tutti i governi che si sono finora succeduti. Il terzo quesito punta poi a limitare il precariato dilagante, introducendo l’obbligo di causale per i contratti a tempo determinato. Il quarto quesito è volto a porre un freno agli omicidi ed infortuni sul lavoro, estendendo gli obblighi di risarcimento alle imprese committenti, che com’è noto per eludere la legge e la sicurezza sul lavoro si avvalgono spesso di una fitta rete di appaltatori. Il quinto quesito infine dimezza gli anni di residenza in Italia necessari per chiedere la cittadinanza e rappresenta quindi un contributo importante all’integrazione e ai diritti dei migranti e quindi alla coesione sociale.
Nel complesso si tratta, insomma, di dare un preciso segnale di controtendenza, dopo almeno tre decenni, se non più, dì barbarie filopadronale e liberista, per affermando lo Stato di diritto e il garantismo di classe, che punta a rilanciare i diritti di tutte e tutti coloro che portano sulle loro spalle l’Italia e i parassiti sociali che ne popolano il ceto politico.
Come dimostrato da un nell’articolo di Naomi Klein ed Astra Taylor, dal titolo “I fascisti dell’Apocalisse”, le classi dominanti dell’Occidente capitalistico stanno ormai puntando a sacrificare la maggioranza della popolazione mondiale per salvare se stessi e i propri privilegi. È necessario fermarli e rovesciarne il dominio iniquo e foriero di catastrofi, dalla guerra nucleare che si sta preparando al riscaldamento globale in atto.
Nel loro piccolo anche i peracottari nostrani annidati nel governo Meloni e infiltrati nel Pd cominciano a nutrire intenzioni analoghe, fottendosene del pianeta e dell’umanità, come quotidianamente dimostrato dal loro disastroso comportamento. Andando a votare l’8 e il 9 giugno esprimendo cinque chiarissimi sì a favore dei diritti e del futuro possiamo dare loro un primo piccolo ma significativo colpetto. Mettiamo quindi in campo ogni sforzo per battere le forze antidemocratiche e s/fasciste che puntano sull’astensione per evitare di fare i conti col popolo italiano, il soggetto fondamentale che deve tornare in campo per garantire che ci sia un futuro degno di essere vissuto.