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Commissariata una società del gruppo Valentino: “Caporalato negli opifici cinesi a cui è subappaltata la produzione”

I giudici: "Plurimi indici di sfruttamento" nella filiera degli appalti emersi in "modo eclatante". L'obiettivo era "abbattere i costi del lavoro". Valentino Bags Lab non è indagata, ma è stato nominato un amministratore giudiziario
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Ancora accuse di caporalato nei confronti di società della moda. La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per la Valentino Bags Lab, società di produzione di borse e accessori da viaggio basata a Rosate che fa capo a Valentino spa, in un’inchiesta della Procura di Milano che ha svelato l’incapacità del marchio di “prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo” lungo la filiera produttiva. L’accusa è di omesso controllo sul caporalato in alcuni opifici cinesi nella catena dei sub-appalti.

La Valentino Bags Lab non è indagata, ma i giudici della sezione hanno accolto la richiesta del pubblico ministero Paolo Storari di nominare un amministratore giudiziario. Storari nel 2024 aveva chiesto e ottenuto i commissariamenti anche di Alviero Martini, Armani operations e Manufactures Dior, poi revocati dopo che le società hanno adottato contromisure. Nella sua richiesta, il pm scrive che Valentino Bags Lab srl ha tratto “beneficio” economico dall’attività di imprenditori cinesi che “sfruttano pesantemente il lavoro dei loro connazionali”, omettendo “qualsiasi controllo” sulla propria “catena produttiva” e di fatto “agevolando” soggetti indagati per caporalato.

Valentino Spa, da parte sua, assicurando la propria collaborazione, precisa che l’azienda “negli ultimi anni ha costantemente intensificato il proprio programma di valutazione dei suoi fornitori”. “Questo – aggiunge – include audit condotti da enti certificati considerando l’intero processo produttivo, con l’obiettivo di garantire una filiera completamente trasparente e in linea con i più alti standard di qualificazione dei fornitori. Tale processo ha avuto un impatto positivo sull’intera supply chain e, in alcuni casi, ha portato alla cessazione dei rapporti con fornitori che non rispettavano gli standard etici di Valentino”.

Sette opifici clandestini con lavoratori in nero – I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Milano hanno accertato l’esistenza di sette opifici cinesi clandestini e irregolari negli appalti del brand, i cui titolari sono stati tutti denunciati per caporalato. Sono stati identificati 76 lavoratori di cui 9 tutti occupati in nero e 3 senza documenti. Negli stabilimenti di produzione è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in “condizione di sfruttamento” con pagamento sotto soglia, orario di lavoro non conforme, ambienti di lavoro insalubri e in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro ospitando gli operai all’interno di dormitori abusivi. Sono state fatte multe per 286mila euro e sanzioni amministrative per 35mila euro.

Le testimonianze – Le testimonianze raccolte all’interno degli opifici parlando di stanze “dormitorio”, “ragazze cinesi” che iniziano a lavorare per la “cucitura” e “l’incollaggio pelli” prima delle 8 e dopo le 19 “continuano ancora”, lavoratori “in nero” che “dormono e mangiano al piano superiore”. I lavoratori “si trovavano in situazioni abitative degradanti” negli “stessi luoghi di lavoro o in stabili adiacenti”, con “ambienti abusivi e insalubri”. Erano “sempre a disposizione del datore di lavoro e di fatto continuamente sorvegliati”. Negli atti anche le dichiarazioni di un responsabile di Bags Milano, società a cui la Valentino Bags Lab dal 2018 commissionava la produzione di circa 4mila borse al mese con costi che oscillavano tra i 35 e i 75 euro a borsa. A proposito di quelle sub-forniture nella catena produttiva, ha riferito: “Valentino Bags Lab non le autorizza anche se ne è a conoscenza perché io lo comunico, diciamo che chiudono un occhio”.

“Plurimi indici di sfruttamento” – Per i giudici Rispoli-Spagnuolo Vigorita-Canepari “plurimi indici di sfruttamento” nella filiera degli appalti sono emersi in “modo eclatante” e avevano il “chiaro fine di abbattere i costi del lavoro“. Per la sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano dai fornitori del brand “vengono completamente evase le imposte dirette” e “relative al costo dipendenti” come “contributi, assicurazione infortuni“. Le aziende hanno omesso “tutti i costi relativi alla sicurezza, sia dei dipendenti che degli ambienti di lavoro” con assenza di “visite mediche” e “formazione”. La sicurezza degli operai del settore moda è stata messa a rischio “dalla rimozione di dispositivi di sicurezza dalle macchine (spazzolatrici, incollatrici, adesivatrici, macchine spaccapelle)” e “dalla non corretta custodia dei materiali chimici ed infiammabili”.

La società “può competere sul mercato solo esternalizzando” – Quanto al legame con la Valentino Bags, le indagini hanno accertato che la casa di moda affida “l’intera produzione di parte della collezione di borse e accessori a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi”. L’azienda committente provvede alla prototipazione dei manufatti mentre per la riproduzione su scala industriale “può competere sul mercato solo esternalizzando le commesse a opifici gestiti da cittadini cinesi, i quali anche mediante il ricorso a sub appalti non autorizzati riescono ad abbattere i costi ricorrendo al sistematico impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento”. Un sistema che “consente di realizzare una massimizzazione dei profitti inducendo l’opificio cinese che produce effettivamente i manufatti ad abbattere i costi da lavoro facendo ricorso a manovalanza ‘in nero’ e clandestina, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

La casa di moda Valentino è stata acquisita nel 2012 dalla Mayhoola for Investments che fa capo al fondo sovrano del Qatar.

Riceviamo e pubblichiamo da Bags Milano Srl

Benché alcune allusioni al caporalato, alcune immagini e descrizioni degli ambienti non siano riferite espressamente alla società Bags Milano, il lettore è indotto a collegare quei concetti a tutte le aziende menzionate.
Il pericolo di danno all’immagine di Bags Milano, che opera legittimamente su incarico di Valentino Bags Lab, è dunque concreto e attuale e merita opportuna tutela. Innanzitutto, l’ispezione da parte dei Carabinieri ha chiarito che i
dipendenti di Bags sono tutti regolarmente assunti, tutti possiedono il permesso di soggiorno e tra loro non vi è alcun lavoratore filippino e tanto meno alcun lavoratore pagato in nero. Non c’è poi alcun lavoratore cottimista o lavoratore minorenne. In secondo luogo, in relazione agli aspetti della sicurezza sul lavoro e alle macchine utilizzate da Bags, va precisato che:
a) ogni prodotto chimico (come ad es. le colle) è custodito in contenitori gialli a norma di legge;
b) in azienda non c’è alcun dormitorio, nel senso dispregiativo del termine, ma esiste invece un confortevole mini appartamento, autorizzato dal Comune, utilizzato in rare occasioni per le trasferte di lavoratori apicali;
c) Bags non ha mai consentito il lavoro notturno o festivo: ogni giorno, alle ore 18.00 precise, l’azienda chiude;
d) l’igiene generale, la pulizia dei locali e delle toilette è affidata, con regolare contratto, ad una società per azioni che garantisce sei ore al giorno di pulizie;
e) per due soli macchinari, tra gli oltre cinquanta presenti in azienda, è stata richiesta la regolarizzazione;
f) l’azienda Valentino Bags Lab srl non consente subappalti e tale regola è stata rispettata da Bags Milano, che ha avuto rapporti di collaborazione sporadici con ‘A&N Borse srl’ per altre e diverse tipologie di lavori artigianali.

Con successivo ‘verbale di rivisita’ del 21 marzo 2025 i Carabinieri hanno accertato che Bags Milano ‘..ha provveduto a ripristinare i dispositivi…’; ‘ha provveduto a rimuovere il punto di cottura…’; ‘..ha provveduto a smaltire .. filettatrice Omac… spazzolatrice Simonetti..’, in tal modo sanando le uniche e minime irregolarità riscontrate.
Nell’occasione, i Carabinieri hanno acquisito, tra gli altri, i documenti relativi a: ‘tutti gli Audit effettuati da Valentino Bags Lab’, il ‘DVR’, il ‘DURC’, ‘le visite mediche dei lavoratori’, ‘l’attestazione di frequentazione ai corsi di formazione’, ecc.. Del che è verbale.

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