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Stellantis concentra la produzione di Maserati a Modena. Fiom: “Non risolve il problema”

La GranTurismo e la GranCabrio passano all'impianto emiliano: gli operai di Mirafiori saranno impiegati sulla 500 ibrida. Ma i numeri restano drammatici
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Via da Mirafiori, quasi tutta la (poca) produzione si concentra a Modena. Stellantis ha deciso di portare nello storico stabilimento emiliano – entro la fine del 2025 – la GranTurismo e la GranCabrio oggi assegnate alla fabbrica torinese. La maggior parte dei lavoratori dello stabilimento di Torino impegnati sulla linea della Maserati saranno spostati sulla produzione della nuova 500 ibrida, non appena partità la produzione. Quasi tutte le sigle sindacali si augurano che sia un “primo passo di un effettivo rilancio”, mentre la Fiom-Cgil si discosta parlando di una mossa che rappresenta “una situazione a dir poco drammatica per il marchio del lusso”.

Nel primo trimestre del 2025, erano state assemblate 30 vetture a Modena, settanta a Mirafiori e 930 a Cassino: mille auto in totale. Numeri da crisi irreversibile. “Le attuali produzioni e soprattutto gli attuali volumi nei due plant non saranno comunque sufficienti a saturare lo storico stabilimento modenese e, contestualmente, si indebolisce il sito di Mirafiori”, dicono Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom e responsabile settore mobilità, e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive dei metalmeccanici della Cgil.

“Sempre riguardo alla Maserati, i volumi del Grecale prodotti a Cassino sono assolutamente deludenti, lo stabilimento è certamente uno dei più colpiti dalla crisi di Stellantis. Maserati deve essere rilanciata all’interno di un piano industriale generale del gruppo nel nostro Paese. Siamo nella classica condizione in cui la coperta è corta e, comunque la si muova, non determina garanzie per la prospettiva”, sottolineano i sindacalisti, per i quali “è sempre più urgente la nomina del nuovo amministratore delegato per iniziare un confronto sul futuro di Stellantis in Italia”. E chiedono “nuovi modelli mass market per rilanciare la produzione di auto e garantire l’occupazione”.

Per la Uilm è “una buona notizia in sé, poiché contribuirà alla saturazione dei 180 lavoratori addetti alla officina, nonché un segnale positivo per il futuro”, ma i metalmeccanici della Uil chiedono “ulteriori azioni”, chiariscono Gianluca Ficco, segretario nazionale e responsabile del settore auto, e Alberto Zanetti, segretario generale di Modena. “Dei circa 750 dipendenti – spiegano Ficco e Zanetti – di Maserati a Modena, oltre 550 sono attualmente impiegati nelle funzioni di direzione e di ricerca, mentre 200 sono addetti alla officina e pesantemente colpiti dalla cassa integrazione, poiché impegnati solo nella produzione della vettura di nicchia MC20″. La aggiunta delle vetture Gti e Gts in arrivo da Mirafiori “concorrerà ad alleviare e superare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiediamo che rappresenti un primo passo per il meritato rilancio della storica fabbrica emiliana”.

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