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Libia, ucciso il torturatore Al Kikli: a marzo era stato avvistato in Italia. Amnesty: “Era un criminale di governo”

Capo della milizia SSA, sarebbe caduto in un’imboscata. A marzo era stato a Roma, in visita a una ministro ricoverato dopo un attentato. Sei morti negli scontri scoppiati a Tripoli
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Tripoli è piombata di nuovo nel caos. Secondo diverse fonti Abdel Ghani Al-Kikli, noto come Gheniwa, capo della milizia Support and Stability Apparatus (Ssa), è stato ucciso nel campo militare Tekbali, a sud della capitale, insieme a tutte le guardie del corpo che lo accompagnavano. Lo riportano i media libici, tra cui il The Libya Update secondo cui il suo corpo sarebbe arrivato all’ospedale Abu Salim, area della capitale controllata dalla sua milizia. Negli scontri che sono seguiti alla sua morte almeno sei persone sono rimaste uccise, ha annunciato oggi il Centro per la medicina d’urgenza, dopo che il governo di Tripoli ha assicurato di aver ripreso il controllo della situazione.

A marzo Gheniwa era stato a Roma per fare visita a Adel Juma, ministro dell’Interno ricoverato allo European Hospital dopo avere subito un attentato. Non erano passate che poche settimane dal caso di Nejeem Osama Almasri, altro miliziano arrestato in Italia a gennaio e subito rilasciato e rimpatriato su un volo dei servizi segreti in conflitto con la Corte penale internazionale che ne aveva chiesto la cattura con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. “E’ stato ucciso un criminale di governo“, ha commentato Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia.

L’entourage di Al Kikli, riferisce l’Agenzia Nova, sostiene che sarebbe caduto in un’imboscata mascherata da incontro di negoziazione. Il profilo X di Refugees in Libya riporta che l’ordine di esecuzione sarebbe stato emesso da Mahmoud Hamza, comandante della 444esima brigata combattente ed eseguito sul campo sotto la supervisione del capitano Musaab Zariq, uno degli ufficiali della brigata. L’organizzazione sottolinea come l’operazione sia stata condotta in un momento “molto delicato”, e in un contesto di “instabilità e movimenti militari senza precedenti”, nelle vicinanze della capitale.

Secondo Refugees in Libya, “Gheniwa era uno dei comandanti di milizia più temuti nell’ovest della Libia ed è stato a lungo accusato da organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International, di gravi abusi, tra cui torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali. Proprio ieri la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) aveva espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation militare e le crescenti tensioni a Tripoli e nell’area occidentale del Paese, lanciando un appello urgente a tutte le parti coinvolte affinché “si astengano da ogni azione provocatoria e risolvano le controversie attraverso il dialogo”.

Nella notte Tripoli è piombata nel caos, con scontri a fuoco in più quartieri. In alcuni video pubblicati sul web si sentono raffiche di armi automatiche, soprattutto nelle zone di Abu Salim, al-Sarraj, Ghout Shaal e Ain Zara. In parallelo, i voli civili diretti all’aeroporto di Mitiga sono stati dirottati a Misurata. Secondo il Libya Observer, gli scontri si sono verificati tra una coalizione di milizie composta dalla Joint Force di Misurata, dalla 444 Fighting Brigade, dalla 111a Brigata e dalla Directorate Support Force che hanno attaccato la Ssa nelle aree di Abu Salim e Mashrou, roccaforte di Gheniwa e del suo gruppo.

Al-Kikli sarebbe stato ucciso in una struttura gestita dalla Brigata 444, comandata da Hamza, un altro signore della guerra vicino al primo ministro Abdul Hamid Dbeibeh, ha detto un funzionario governativo all’Associated Press parlando in condizione di anonimato. La milizia di Hamza e i suoi alleati hanno poi attaccato gli uffici della Ssa in tutta la capitale, sequestrando i loro beni e arrestando decine di combattenti.

Gli scontri sono stati l’ultima ondata di violenza nel Paese che dal 2011 è precipitato nella guerra civile. In questo clima di caos, le milizie hanno accresciuto la loro ricchezza e il loro potere, in particolare a Tripoli e nella parte occidentale del Paese. La Libia è divisa da anni tra amministrazioni rivali nell’est e nell’ovest, ciascuna sostenuta da gruppi armati e governi stranieri. Attualmente è governata dal governo di Dbeibeh a Tripoli e dall’amministrazione del primo ministro Ossama Hammad nell’est.

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