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Zelensky presenta il piano d’azione in 4 punti per contrastare la Russia: “Condiviso con gli alleati e Trump”

L'annuncio è arrivato al termine del vertice con i "volenterosi" a Kiev. Ecco la roadmap decisa con Starmer, Macron, Merz, Meloni e Trump
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Il vertice di Kiev tra Zelensky, Merz, Macron e Starmer, con Giorgia Meloni da remoto e Donald Trump che è intervenuto con una telefonata, ha uno scopo dichiarato: mettere pressione su Vladimir Putin affinché accetti un cessate il fuoco di 30 giorni senza precondizioni. “Se non avremo una tregua – hanno minacciato i leader – colpiremo la Russia con altre sanzioni“. Niente che abbia impensierito il Cremlino che non fermerà l’offensiva “se l’Occidente non smetterà di inviare armi a Kiev”, sottolineando l’atteggiamento “aggressivo” dell’Europa. Dal summit nella capitale ucraina, però, esce un piano d’azione “condiviso anche con Trump” e che sembra puntare, più che a una tregua, a un’ulteriore escalation.

Si tratta di una roadmap per quattro punti che, come spiega il leader ucraino, rappresenta la visione condivisa tra tutti i leader che hanno partecipato, direttamente o da remoto, all’incontro. Il primo punto è, come detto, l’accettazione da parte di Mosca di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni. Punto non semplice da far rispettare, dato che la Russia, come detto, ha imposto lo stop all’invio di armi occidentali a Kiev come condizione per il cessate il fuoco.

Il secondo punto prevede di procedere col rafforzamento delle forze di difesa dell’Ucraina. Questo processo contempla anche la costituzione di un contingente di supporto che, nell’idea degli alleati, dovrebbe fungere da deterrente a ulteriori aggressioni da parte della Russia. Ma anche su questo punto le parti sono distanti: l’idea dei “volenterosi“, è cosa nota, è quella di inviare le proprie truppe nel Paese, anche se non in prima linea, mentre Mosca ha escluso in qualsiasi modo che si possa arrivare a un accordo che preveda l’impiego di soldati di Paesi Nato in Ucraina, anche se sotto l’egida dell’Onu.

Il terzo punto affronta il tema dell’ostruzionismo russo all’intesa. Nel caso in cui dovesse rifiutare queste prime due condizioni, dovranno essere applicate sanzioni più severe a livello energetico e bancario, in linea con quanto dichiarato nei giorni scorsi dai vertici delle istituzioni europee che mirano ad annullare completamente e nel più breve tempo possibile l’utilizzo di gas russo.

Infine, gli Stati che sostengono Kiev vorrebbero anche continuare a utilizzare le risorse dai beni russi congelati. Un progetto tutt’altro che allettante per Vladimir Putin.

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