Israele ammette di aver sparato contro ambulanze a Gaza. L’Idf: “Ampliate le operazioni di terra a Rafah”

L’esercito israeliano ha ammesso di aver sparato contro ambulanze nella Striscia di Gaza dopo averle identificate come “veicoli sospetti”: un episodio, avvenuto domenica scorsa a Rafah, a ridosso del confine con l’Egitto, costato la vita a una persona e che Hamas ha definito come un “crimine di guerra”. L’Idf, citato dall’Afp, aveva dichiarato di avere “aperto il fuoco contro i veicoli di Hamas ed eliminato diversi terroristi di Hamas”. “Pochi minuti dopo, altri veicoli avanzarono in modo sospetto verso le truppe” che “hanno risposto sparando verso i veicoli sospetti, eliminando un certo numero di terroristi di Hamas e della Jihad islamica”.
L’Idf, intanto, ha affermato di aver ampliato la sua offensiva di terra nel sud della Striscia di Gaza nelle ultime ore. Le truppe sono avanzate nel quartiere di al-Jneina a Rafah, come parte degli sforzi per espandere una zona cuscinetto lungo i confini della Striscia. Durante l’operazione, l’esercito ha comunicato che le truppe hanno distrutto infrastrutture di Hamas nella zona. Separatamente, nel fine settimana sono stati effettuati decine di raid aerei, mirati a quelle che l’esercito definisce infrastrutture di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese. Gli obiettivi, ha specificato l’Idf, includevano depositi di armi, lanciatori di razzi e edifici utilizzati dai gruppi terroristici. Gli attacchi, ha aggiunto l’esercito israeliano, hanno anche ucciso diversi operativi terroristici, compresi quelli responsabili degli attacchi con mortai contro Israele.
Sabato pomeriggio poi diverse testate libanesi riferiscono che i soldati israeliani “hanno aperto il fuoco contro un’unità di fanteria francese in servizio nella forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, Unifil. Secondo l’agenzia di stampa nazionale libanese, le truppe francesi stavano ispezionando un cumulo di terra che le truppe israeliane avevano eretto nei pressi del villaggio di confine di Rmaish.
L’ammissione – “Dopo un’indagine iniziale, è stato accertato che alcuni dei veicoli sospetti erano ambulanze e camion dei pompieri”, condannando quello che sosteneva essere “l’uso ripetuto” da parte di “organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza di mezzi di soccorso per scopi terroristici”. Il giorno dopo l’incidente, l’agenzia di difesa civile di Gaza aveva dichiarato di non aver ricevuto più notizie da una squadra di sei soccorritori di Tal al-Sulta, inviata con urgenza per intervenire in caso di morti e feriti.
In giornata si sono susseguite le notizie sul presunto ritrovamento di un corpo fatto a pezzi. In un primo momento era stato riferito che i membri della Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs) e il personale dell’agenzia internazionale erano finalmente arrivati sulla scena nel distretto di Tal as-Sultan e di aver trovato il corpo del capo missione, Anwar Abdel Hamid al-Attar, “fatto a pezzi”. I veicoli di soccorso, un’ambulanza e un veicolo antincendio e un mezzo della Mezzaluna Rossa Palestinese, veniva riferito, che mezzo anch’esso “ridotto a un mucchio di rottami“. Successivamente l’organizzazione ha fatto sapere: “Neghiamo le notizie circolanti riguardanti il ritrovamento dei corpi dei membri dell’equipaggio dell’ambulanza dispersi dopo essere stati presi di mira dalle forze di occupazione a Rafah. Per il settimo giorno consecutivo, resta ignota la sorte dei nove equipaggi delle ambulanze della Mezzaluna Rossa palestinese, assediati e presi di mira dalle forze di occupazione a Rafah. Oggi le forze di occupazione hanno rifiutato di consentire alla squadra di soccorso di entrare nella zona di Tel Sultan per cercare gli equipaggi dispersi”.
Le reazioni – Prima della smentita della Mezzaluna Basem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, aveva accusato Israele di aver compiuto “un massacro deliberato e brutale contro le squadre della Difesa Civile e della Mezzaluna Rossa Palestinese nella città di Rafah”. “L’uccisione mirata di soccorritori, protetti dal diritto umanitario internazionale, costituisce una flagrante violazione delle Convenzioni di Ginevra e un crimine di guerra”, ha affermato.
Tom Fletcher, capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha affermato che dal 18 marzo, “gli attacchi aerei israeliani in aree densamente popolate hanno ucciso centinaia di bambini e civili”. “Pazienti uccisi nei loro letti d’ospedale. Ambulanze colpite. Soccorritori uccisi”, ha affermato in una dichiarazione. “Se i principi fondamentali del diritto umanitario contano ancora, la comunità internazionale deve agire finché può per sostenerli”.
Al Jazeera – Anche Al Jazeera, secondo le agenzie di stampa, aveva riportato la notizia di ambulanze e i camion dei pompieri distrutti e i soccorritori uccisi r sepolti con “i loro lineamenti cancellati”, “I nostri team hanno trovato sulla scena del crimine l’equipaggiamento di sicurezza strappato indossato dall’equipaggio. Ciò suggerisce che le forze di occupazione israeliane hanno preso di mira direttamente l’equipaggio durante la loro incursione, quindi hanno deliberatamente alterato le caratteristiche dell’area e nascosto i corpi di alcuni civili utilizzando bulldozer e macchinari pesanti” era la dichiarazione della Mezzaluna Rossa.
Intanto Hamas potrebbe rilasciare diversi ostaggi in cambio di una tregua per l’Eid al Fitr, la festività che segna la chiusura del mese sacro del Ramadan. A riferirne è stata l’emittente radiofonica Kan, citata dalla Tass. Tra gli ostaggi che il gruppo sarebbe disposto a rilasciare figura anche un militare israeliano che ha anche cittadinanza americana, Edan Alexander. Secondo fonti citate all’emittente, Hamas avrebbe bisogno della tregua per mettere a tacere le proteste scoppiate nella Striscia.