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Ultimo aggiornamento: 20:13 del 7 Marzo

Via libera al reato di femminicidio, Roccella: “È un tentativo di mutamento culturale. Interventi precedenti hanno funzionato poco”

"Una novità dirompente": così la ministra per la Famiglia ha definito l'introduzione del delitto di femminicidio
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“Abbiamo sempre detto che la lotta ai femminicidi e alla violenza alle donne deve essere una lotta anche contro la cultura diffusa, nelle relazioni uomo-donna.
Introdurre il reato di femminicidio è soprattutto un tentativo di produrre un mutamento culturale“. Lo ha detto la ministra Eugenia Roccella durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi organizzata alla vigilia dell’8 marzo, in cui è stato presentato il nuovo reato. “Abbiamo sempre messo al centro sin dall’inizio del nostro Governo – ha spiegato – la battaglia contro la violenza nei confronti delle donne. Abbiamo fatto un primo intervento legislativo, che aveva anche degli elementi molto innovativi, come l’arresto in flagranza differita ed abbiamo cercato di intervenire sulle misure cautelari, quindi gli strumenti della prevenzione. I femminicidi sono diminuiti in misura molto lieve e quindi abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire nuovamente. Lo abbiamo fatto per la prima volta circoscrivendo la specificità del reato di femminicidio e la sua differenza rispetto all’omicidio, non come una maggiore gravità dal punto di vista etico ma proprio perché ha una diversità testimoniata anche dal numero di omicidi. C’è una asimmetria evidente tra il numero di uccisioni di donne da parte di uomini rispetto a quello di uomini da parte di donne che sono numeri irrisori, quasi inesistenti”. Per Roccella “questa asimmetria numerica è lo specchio di una simmetria molto più profonda, più radicata nella storia umana:
la simmetria di potere tra uomo e donna, la simmetria privata tra uomo e donna, la simmetria nei confronti del riconoscimento, del rispetto e della libertà delle donne di dire no, la libertà di andarsene, della libertà di avere mutazioni nei propri sentimenti e quindi anche nella propria volontà”.

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