Agrigento, capitale della crisi idrica: i cittadini chiamano i Carabinieri per le perdite d’acqua in strada, con le abitazioni rimaste a secco

Una spada di Damocle pende su Agrigento Capitale della Cultura: la crisi idrica. Immaginate turisti a frotte, nell’afa di ferragosto senza l’acqua per lavarsi. Uno scenario da incubo già concreto: il 29 gennaio, nella centralissima via Manzoni, i residenti hanno chiamato i Carabinieri per allertarli delle abbondanti perdite alla rete idrica. Acqua sprecata lungo la strada, mentre diverse abitazioni restano a secco. Uno scenario non nuovo nella città dei Templi.
Il video e la rassegnazione: “Da 20 giorni senz’acqua” – L’arrivo dei carabinieri e le lamentele dei residenti sono immortalate in un video pubblicato dalla testata Reportsicilia.it. Dice una cittadina all’agente: “Sono senz’acqua da 20 giorni e ci resterò per altri 20”. Il carabiniere, davanti al lago che si spande sul cemento, risponde di aver avvisato Aica (la società che gestisce il servizio idrico). La donna replica che a lei non rispondono mai ma in ogni caso “attenderà fiduciosa”.
Acqua sprecata, bolletta salata – Ad Agrigento, ai piani alti dei palazzi, capita di restare senz’acqua. Cittadini e associazioni (come Codacons, Mani Libere e Mareamico) da tempo chiedono l’intervento del sindaco Franco Miccichè. Aica dichiara una regolare distribuzione dell’acqua: eppure Agrigento è al terzo posto in Sicilia per la bolletta più cara e al quarto per dispersione idrica; circa metà dell’acqua si perde lungo la rete “colabrodo”.
Legambiente: “49 milioni al vento e ora lo spreco dei dissalatori” – Anche il circolo Rabat di Legambiente è intervenuto con una nota, ricordando la perdita di 49 milioni di euro di fondi europei disponibili per il rifacimento della rete: “Purtroppo, alla fine di gennaio 2025, nessun cantiere è mai stato attivato, nonostante le promesse di rifinanziamento della più importante infrastruttura cittadina”. Mentre la rete resta nell’incuria, secondo l’associazione ambientalista sono già partite le “procedure per la realizzazione dei dissalatori, una costosa soluzione tecnica di tipo emergenziale. Si sta mettendo in condizione gli agrigentini di pagare dieci volte l’attuale costo dell’acqua”.
L’ex presidente del Comitato organizzatore: “Ad Agrigento non si è mosso nulla” – Alla capitale della cultura manca l’acqua ma anche i parcheggi, mentre latitano i servizi di trasporto tra il capoluogo e la provincia. Non si vedono neppure i bagni pubblici. Secondo Giuseppe Di Rosa – responsabile del Codacons, in Sicilia, per la trasparenza degli enti locali – il Comune avrebbe richiesto il nulla osta alla Soprintendenza per l’installazione di bagni pubblici prefabbricati in Piazza Aldo Moro, un’area verde situata a pochi metri dalla Prefettura e vincolata come bene storico monumentale, con assoluto divieto di edificabilità.
Antonino Mangiavallo, detto Nenè, è l’ex presidente del Comitato Organizzatore, medico e già parlamentare, protagonista del dossier vincitore. Escluso da ogni incarico, in omaggio alla spartizione dei partiti, oggi è un critico feroce: “A Procida, Parma, Pistoia, Bergamo e Brescia il titolo di Capitale della Cultura ha generato una trasformazione urbana e culturale. Ad Agrigento non si è mosso nulla”.
E quando qualcosa si è provato a fare, si è sfiorato il ridicolo. Come i tombini ricoperti d’asfalto il 17 gennaio, in vista dell’inaugurazione di Agrigento capitale della cultura 2025 e dell’arrivo di Sergio Mattarella. Per ritrovarli è servito il metal detector. Al Teatro Pirandello, pochi giorni prima dell’arrivo del Presidente della Repubblica, pioveva in platea per un varco nel soffitto: per fortuna è stato riparato in tempo.
Il degrado e le segnalazioni al Codacons – Giuseppe Di Rosa raccoglie le denunce degli agrigentini. Riceve almeno 20 segnalazioni al giorno, con video e foto: “Tutti lamentano la scarsità dell’acqua, ma anche il degrado generale. I mucchi di spazzatura, strade sconnesse da voragini, il verde pubblico abbandonato all’incuria. Gli agrigentini si chiedono: meritiamo davvero il titolo di capitale della cultura?”.