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Canapa light, il Tar dà ragione ai coltivatori: sospeso il decreto che la inserisce tra le droghe

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Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto legge firmato dal ministro Orazio Schillaci che inserisce l’odio di cbd, derivato dalla cannabis, nella tabella delle sostanze proibite perché considerato sostanza psicotropa e stupefacente. La discussione di merito sul ricorso presentato dall’Ici, gli Imprenditori della canapa Italia, ci sarà il 16 dicembre davanti ai giudici amministrativi. Il provvedimento, in sintesi, inseriva l’estratto della cannabis nella tabella degli stupefacenti, vietandone dunque la vendita nei negozi, nelle erboristerie e nei tabaccai, autorizzandola solo nelle farmacie con ricetta medica non ripetibile. Una sospensione analoga era arrivata anche a ottobre 2023.

Gli avvocati dell’Ici hanno allegato al ricorso anche relazioni di esperti tossicologi, che confutano gli effetti stupefacenti dell’olio di cbd e dei suoi prodotti derivati evidenziati invece nel decreto del ministro Schillaci. “Il collegio dei giudici – commenta l’Ici – ha riconosciuto la validità delle nostre argomentazioni, rilevando il grave pericolo economico e sociale che l’applicazione del decreto avrebbe comportato, e ha deciso di sospenderne l’efficacia in attesa del giudizio di merito”.

La decisione, dicono, “rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni economici”. I giudici “hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe potuto arrecare conseguenze significative agli imprenditori e agli agricoltori del settore, già fortemente impegnati in investimenti legati alla canapa”, hanno sottolineato dall’Ici. Per il Pd si tratta della “ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti”. Un atto, dice il deputato Marco Furfaro, “importante che non solo smaschera il ministro, ma rimette in discussione tutto l’impianto securitario e antiscientifico di questo governo”.

“Questa notizia rimette in discussione parte della discussione in corso proprio ora in Aula: noi chiediamo lo stralcio delle norme dall’articolo 18 in poi del ddl Sicurezza”, commenta Marco Grimaldi, vice presidente dell’Alleanza Verdi e Sinistra, richiedendo a nome del gruppo un’informativa in aula del ministro della Salute. Il Tar del Lazio “smonta tutta la propaganda proibizionista del governo e, con questa tempestiva pronuncia, incide profondamente anche su ciò che l’aula di Montecitorio sta discutendo in queste ore, ovvero sulla parte del ddl Sicurezza che di fatto cancella con un colpo di spugna l’intero settore della canapa industriale”, sottolinea il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

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